Un’operazione congiunta e complessa ha portato all’arresto domiciliare del proprietario di un terreno situato nelle immediate vicinanze del Lago Coghinas, un’area di pregio ambientale nel territorio di Oschiri.
 L’intervento, eseguito dai Carabinieri, fa seguito alla scoperta e al sequestro di una coltivazione illegale di cannabis, avvenuta il 15 settembre scorso.
La misura cautelare, disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Sassari, accusa l’uomo di aver commesso reati gravissimi, tra cui la detenzione di stupefacenti ai fini dello spaccio, aggravata dalle circostanze del caso, e furto aggravato, presumibilmente legato all’approvvigionamento di risorse utilizzate per la coltivazione.
L’attività investigativa, orchestrata dalla Stazione Carabinieri di Oschiri, ha richiesto un’indagine approfondita e l’impiego di risorse specializzate.
 Oltre alle unità operative della locale stazione, ha visto la collaborazione del Nucleo Operativo della Compagnia di Ozieri e del benestato personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna, un’unità militare con competenze specifiche in operazioni di ricerca e soccorso in ambienti impervi e difficilmente accessibili.
 L’impiego del supporto aereo ha permesso di individuare la coltivazione, nascosta lungo la riva nord del Lago Coghinas, in prossimità del Ponte Diana, una zona caratterizzata da una fitta vegetazione che ne ha reso difficile l’individuazione da terra.
Nel corso della prima fase dell’operazione, i militari hanno sorpreso tre individui intenti nelle attività di cura e manutenzione della piantagione, che si estendeva su una superficie considerevole e comprendeva oltre 400 piante di cannabis.
L’altezza delle piante, variabile tra gli 80 e i 170 centimetri, suggerisce un ciclo di coltivazione avanzato e una pianificazione accurata.
 Il sequestro ha riguardato non solo le piante, ma anche un complesso sistema di supporto alla coltivazione, comprendente foto-trappole impiegate per la sorveglianza del sito, un intricato impianto di irrigazione costituito da circa 1.000 metri lineari di tubazioni, tre cisterne per l’accumulo di acqua, e una vasta gamma di prodotti chimici, tra cui concimi e insetticidi, necessari per favorire la crescita delle piante e proteggerle da parassiti e malattie.
  Il ritrovamento di attrezzature da lavoro e per l’irrorazione di fitofarmaci sottolinea la professionalità e l’organizzazione del gruppo criminale dedito alla coltivazione illegale.
L’indagine è ora volta ad accertare i collegamenti dell’uomo arrestato con altre figure coinvolte nell’attività illecita e a ricostruire le dinamiche e le rotte di distribuzione della droga prodotta.



 
                                    


