mercoledì 6 Agosto 2025
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Cagliari

Crisi in carcere minorile: stop ai controlli, allarme a Quartucciu

La recente visita dell’Osservatorio Carcere Ucpi Sardegna, in collaborazione con la Camera Penale di Cagliari, all’Istituto Penale per i Minorenni (IPM) di Quartucciu, nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Ristretti in agosto”, ha portato alla luce un quadro allarmante, che testimonia una profonda crisi sistemica nel trattamento dei minori in conflitto con la legge.

Benché la situazione attuale, caratterizzata da un temporaneo alleggerimento del sovraffollamento – sceso a sei ragazzi, con l’attesa di un ulteriore arrivo – possa apparire meno critica rispetto a periodi precedenti, quando il tasso di occupazione aveva raggiunto il preoccupante livello del 150%, le problematiche di fondo rimangono irrisolte e richiedono un’azione urgente e strutturale.

Le condizioni fisiche dell’istituto, descritte come degradate e fatiscenti, rappresentano solo la punta dell’iceberg di un problema molto più ampio.
La promessa di miglioramenti grazie alle nuove sezioni in fase di ristrutturazione, previste per settembre, offre una flebile speranza, ma non può nascondere le criticità gestionali che affliggono la struttura.
Ancora più grave, tuttavia, è la recente imposizione, da parte del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, di un divieto d’accesso alle stanze di pernottamento.

Questa restrizione, formalizzata tramite una circolare del 30 aprile 2025, vanifica completamente il ruolo di monitoraggio delle visite istituzionali, rendendo impossibile una verifica diretta delle reali condizioni di detenzione dei minori.
Tale limitazione è un atto che mina i principi fondamentali di trasparenza, responsabilità e tutela dei diritti umani sanciti dalla Costituzione Italiana e dalle convenzioni internazionali, tra cui la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia.
La Camera Penale di Cagliari esprime profonda preoccupazione per questa tendenza politica, che sembra privilegiare un approccio repressivo e carcerocentrico, a scapito di un modello educativo e riabilitativo.
Questa scelta ideologica appare contraddittoria alla luce dei dati ufficiali che documentano un calo significativa dei reati commessi da minorenni tra il 2022 e il 2023, suggerendo che soluzioni alternative alla detenzione potrebbero essere più efficaci nella prevenzione della criminalità giovanile.

È imperativo un ripensamento radicale del sistema penale minorile, orientato alla persona, alla prevenzione della recidiva e alla creazione di percorsi educativi e di socializzazione.

La detenzione deve rappresentare l’ultima risorsa, riservata ai casi più gravi e dopo aver esaurito tutte le alternative.

Investire nell’educazione, nel supporto psicologico e nell’integrazione sociale dei minori è un imperativo morale e una strategia efficace per costruire una società più giusta e sicura.

La tutela della dignità e dei diritti dei minori in conflitto con la legge non è un optional, ma un dovere imprescindibile dello Stato.
La persistenza di tali criticità, e l’ostacolo posto alle verifiche indipendenti, compromettono seriamente la credibilità del sistema giudiziario minorile e la sua capacità di garantire un futuro migliore per i giovani a rischio.

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