martedì 14 Ottobre 2025
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Crollo Regina Coeli: Emergenza Carceri in Sardegna, Allarme Fns Cisl

La recente emergenza derivante dal crollo strutturale del carcere di Regina Coeli ha innescato una complessa crisi all’interno del sistema penitenziario sardo, con ripercussioni particolarmente acute nel carcere di Alghero.

Il trasferimento forzato di detenuti, quanti ne sono stati dislocati in Sardegna, ha esacerbato una situazione già precaria, portando alla luce fragilità strutturali e operative che richiedono interventi urgenti e mirati.

L’afflusso inatteso di nuovi reclusi ha generato uno squilibrio significativo nella distribuzione delle risorse umane e operative del carcere di Alghero, compromettendo l’efficacia dei programmi di trattamento e riabilitazione.
La Fns Cisl Sardegna, attraverso il suo segretario generale Giovanni Villa, sottolinea come la tipologia dei detenuti trasferiti – spesso affetti da gravi problematiche di tossicodipendenza e disturbi psichiatrici – risulti inadeguata al contesto trattamentale del carcere algherese, che tradizionalmente si concentra su percorsi di reinserimento sociale mirati.
Questa disarmonia rischia di vanificare gli sforzi compiuti fino ad oggi per favorire la rieducazione dei detenuti.

L’emergenza di Regina Coeli non ha interessato solo il carcere di Alghero, ma ha amplificato il problema del sovraffollamento in tutta la regione.
I circa 300 detenuti trasferiti in Sardegna, di cui cento nell’isola, hanno ulteriormente aggravato una condizione già critica, soprattutto alla luce delle preesistenti carenze del sistema sanitario regionale all’interno degli istituti penitenziari.

Questa combinazione di fattori crea un ambiente potenzialmente esplosivo, con implicazioni dirette sulla sicurezza interna e sulla salute fisica e mentale dei detenuti e del personale penitenziario.
Si aggiunge a questa situazione la pressione derivante dall’annuncio del trasferimento di ulteriori 90 detenuti in regime di 41 bis, un provvedimento di massima sicurezza che richiede risorse e competenze specialistiche.

La gestione di questi detenuti particolarmente vulnerabili e potenzialmente pericolosi richiede un’organizzazione specifica e un’adeguata formazione del personale, elementi che al momento appaiono insufficienti.

La carenza di personale penitenziario è un elemento critico che si riflette anche nella gestione delle colonie agricole, portate al limite della loro capienza senza un adeguato rinforzo dell’organico.
L’impossibilità di garantire un numero sufficiente di agenti di polizia penitenziaria compromette la sicurezza e la qualità del lavoro svolto.
In considerazione di questa complessa e preoccupante situazione, la Fns Cisl ha formalmente richiesto un incontro urgente con il provveditore delle carceri della Sardegna.

L’obiettivo è quello di sollecitare interventi immediati e concreti per affrontare le criticità emerse, con particolare riferimento all’incremento del personale, al potenziamento dei servizi sanitari e alla riorganizzazione dei programmi di trattamento, al fine di garantire un ambiente penitenziario sicuro, dignitoso e orientato alla riabilitazione.

L’auspicio è che questa richiesta venga accolta con la dovuta priorità, in considerazione dell’importanza di preservare la stabilità e la sicurezza del sistema penitenziario sardo.

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