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sabato 8 Novembre 2025

Discarica abusiva in Arborea: sequestro e indagine per reato ambientale

Un’area di quasi cinque ettari, immersa nel cuore della Piana di Arborea, è stata teatro di una scoperta allarmante che solleva interrogativi sulla gestione dei rifiuti speciali e sull’impatto ambientale delle attività edilizie.

Un’indagine, orchestrata dalla Procura della Repubblica di Oristano e supportata dalla competenza tecnica dell’Arpas di Oristano e Cagliari, ha portato all’identificazione e al sequestro di un podere agricolo trasformato in una vera e propria discarica abusiva.
L’attività di controllo, mirata a verificare la conformità delle pratiche di gestione dei materiali di scarto provenienti da cantieri edili, ha rivelato un quadro di grave illegalità.
La proprietà, adibita a deposito incontrollato, ospitava un conglomerato eterogeneo di rifiuti, ben al di là delle tipologie normalmente associate a un’attività agricola.

Oltre a ingenti quantitativi di materiale inerte e macerie derivanti da demolizioni e nuove costruzioni, sono state rinvenute frazioni di scarto metalliche, plastiche, elettrodomestici dismessi, pericolose onduline in amianto, batterie esauste, bombole a pressione vuote e un’ampia varietà di contenitori industriali non più in uso.

La gravità della situazione è stata aggravata dall’accertamento di pratiche di incenerimento sommaria, attuate all’interno di manufatti in calcestruzzo appositamente costruiti.
Queste combustioni abusive, presumibilmente effettuate per ridurre il volume dei rifiuti e occultare la loro presenza, generavano emissioni di fumi e sostanze tossiche, rappresentando una seria minaccia per la qualità dell’aria, la salute della popolazione residente e l’ecosistema locale.

L’impatto a lungo termine di tali pratiche, in termini di contaminazione del suolo, delle acque sotterranee e della catena alimentare, è potenzialmente devastante e richiederà approfondite analisi e interventi di bonifica.

Al centro dell’indagine figura il proprietario del podere, un uomo di settant’anni, titolare di un’impresa edile, accusato di aver violato le normative in materia di gestione e smaltimento dei rifiuti, configurando un reato ambientale di notevole gravità.

L’evento solleva interrogativi cruciali sulla necessità di rafforzare i controlli e i sistemi di tracciabilità dei rifiuti speciali derivanti dalle attività di costruzione, non solo a livello locale, ma su scala regionale e nazionale.

È imperativo promuovere una cultura della legalità e della sostenibilità, incentivando l’adozione di pratiche di gestione dei rifiuti conformi alle normative vigenti, che privilegiino il riciclo, il recupero di materiali e lo smaltimento sicuro, a tutela dell’ambiente e della salute pubblica.

L’episodio, inoltre, evidenzia la vulnerabilità del territorio di fronte a comportamenti illegali, e la necessità di una maggiore collaborazione tra enti pubblici, istituzioni e comunità locale per prevenire e contrastare efficacemente i reati ambientali.

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