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lunedì 17 Novembre 2025

Eolico in Sardegna, polemiche e rischio per il patrimonio storico-culturale.

L’ambizioso progetto di sviluppo di una nuova centrale eolica, proposto dalla società milanese Ame Energy Srl nel territorio compreso tra il Goceano e la Gallura, nei comuni di Pattada e Buddusò, solleva interrogativi cruciali e accese polemiche.

L’iniziativa, che contemplerebbe la realizzazione di ventisei aerogeneratori di imponente altezza (circa 200 metri), unitamente a nuove infrastrutture elettriche, sbancamenti e una fitta rete di cavidotti, si configura come una sfida diretta alla tutela del patrimonio naturale e culturale sardo.
L’impatto potenziale, secondo il Gruppo d’intervento giuridico (Grig), non è meramente quantitativo, ma qualitativo: si tratterebbe di una “speculazione energetica” che ignora la fragilità e l’unicità del contesto ambientale.
La scelta delle aree interessate appare particolarmente problematica, dato che una parte significativa dell’impianto Ame Energy si insinua nella fascia di rispetto di zone di pregio storico-culturale, a meno di tre chilometri da siti archeologici di fondamentale importanza.

Si tratta di aree che custodiscono testimonianze preistoriche come il Nuraghe Lerno, la Pinneta sa Costa ‘e sa Multa, i Nuraghi Pira, Locorna e sa Menta, manufatti che rappresentano un legame imprescindibile con le radici dell’identità sarda.

Analogamente, il progetto proposto dalla società campana IVPC s.

r.

l.
a Pattada, nel cuore del demanio civico di Su Monte de Subra, pone a rischio un patrimonio di inestimabile valore.

Tale area, lungi dall’essere un mero spazio da sfruttare a fini energetici, costituisce una risorsa vitale per la comunità locale, sia dal punto di vista economico-sociale che in termini di conservazione ambientale.

La sua vulnerabilità è amplificata dalla presenza di specie flora e fauna endemiche e dalla sua importanza per il mantenimento dell’equilibrio idrologico del territorio.
Il Grig, in un’azione decisa e motivata, ha formalmente richiesto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di negare la compatibilità ambientale dei progetti in discussione, evidenziando la palese violazione di normative e principi fondamentali in materia di tutela del paesaggio e del patrimonio culturale.
La richiesta di diniego è stata inoltrata, per conoscenza, a una pluralità di enti istituzionali, tra cui il Ministero della Cultura, la Regione Sardegna, le Soprintendenze per il Pnrr e per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari, e i Comuni interessati, sottolineando la necessità di una valutazione più approfondita e partecipata delle implicazioni ambientali e sociali di tali interventi.

La questione sollevata trascende la mera contrapposizione tra sviluppo energetico e tutela ambientale: essa pone l’urgenza di ripensare i modelli di pianificazione territoriale, promuovendo soluzioni innovative che concilino la transizione ecologica con la salvaguardia dell’identità culturale e della ricchezza naturale sarda, un patrimonio fragile e irripetibile che appartiene a tutti.
La discussione richiede un approccio multidisciplinare, coinvolgendo esperti di archeologia, storia, ecologia, paesaggistica e, soprattutto, la voce delle comunità locali, custodi privilegiati di un sapere millenario.

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