A Fluminimaggiore, una complessa vicenda legata alla sicurezza sanitaria e alla legittimità delle attività mediche ha portato al sequestro di un ambulatorio odontoiatrico.
L’intervento, condotto questa mattina dai Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (NAS) di Cagliari, in collaborazione con il Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’ASL Sulcis Iglesiente, ha rilevato una situazione di grave irregolarità che solleva interrogativi profondi sulla tutela della salute pubblica e sulla responsabilità professionale.
L’azione è stata preceduta da un’ordinanza sindacale, notificata al professionista, che imponeva la sospensione delle attività a seguito della rilevazione di *Legionella* nell’impianto idrico.
Tuttavia, i controlli successivi hanno rivelato una violazione ancora più significativa: l’ambulatorio operava senza la necessaria autorizzazione e senza la preventiva comunicazione alla competente autorità sanitaria, presupposto fondamentale per la legittima esecuzione di prestazioni sanitarie.
Questa omissione, di per sé grave, si è aggravata con il sequestro preventivo dell’intera struttura, inclusi gli arredi, le attrezzature chirurgiche, gli sterilizzatori e tutti gli strumenti utilizzati per l’attività odontoiatrica, ora sotto custodia giudiziale.
Il sequestro dei medicinali, tuttavia, costituisce l’elemento più allarmante.
Sono state rinvenute e messe sotto sequestro tre siringhe precaricate e ben ottantacinque fiale di anestetico, molte delle quali presentavano scadenze decorsi da oltre vent’anni.
La presenza di farmaci così obsoleti non solo costituisce una violazione del Codice Penale, configurando il reato di detenzione di medicinali guasti o imperfetti, ma suggerisce una gestione delle scorte irresponsabile e potenzialmente pericolosa per la salute dei pazienti.
La mancata verifica delle date di scadenza e la persistente disponibilità di questi farmaci sollevano interrogativi sulla qualità del controllo e della supervisione delle attività mediche all’interno dello studio.
L’episodio evidenzia, con chiarezza, l’importanza cruciale del rispetto delle normative sanitarie e della corretta gestione dei farmaci, elementi imprescindibili per garantire la sicurezza dei cittadini e la salvaguardia della salute pubblica.
Ulteriori approfondimenti investigativi sono in corso per accertare se questi farmaci obsoleti siano stati somministrati a pazienti, con possibili conseguenze dannose per la loro salute.
Il caso di Fluminimaggiore costituisce un monito severo per tutti gli operatori sanitari e un’occasione per rafforzare i controlli e i sistemi di vigilanza nel settore medico-sanitario, al fine di prevenire situazioni analoghe e tutelare al meglio il diritto alla salute.