Un’ondata di casi di Febbre del Nilo occidentale sta mettendo a dura prova il sistema sanitario oristanese.
Negli ultimi giorni, sono stati rilevati cinque nuovi contagi nella provincia, tutti ultrasettantenni residenti in diverse località: Oristano, Allai, Cabras, Riola e Santa Giusta.
Questi nuovi casi si aggiungono ai diciassette precedentemente diagnosticati, portando il totale dei contagi accertati nel 2025 a ventidue, un dato allarmante che testimonia la persistente circolazione del virus nell’isola.
La Febbre del Nilo occidentale, trasmessa principalmente attraverso la puntura di zanzare *Culex*, rappresenta una sfida complessa per la sanità pubblica, data la sua natura insidiosa e la potenziale gravità delle complicanze.
La maggior parte degli infetti – circa l’80% – risulta asintomatica, mentre il restante 20% manifesta una sindrome simil-influenzale.
Tuttavia, in una percentuale minima, ma significativa, soprattutto tra anziani e individui con sistema immunitario compromesso, il virus può innescare forme acute e potenzialmente letali come encefalite e meningoencefalite, con conseguenze neurologiche permanenti.
Il Dipartimento di Prevenzione della Asl 5 di Oristano ha immediatamente attivato un’indagine epidemiologica approfondita, circoscrivendo le aree di residenza dei casi confermati per implementare interventi di disinfestazione mirati, estesi a un raggio di 200 metri dalle abitazioni interessate.
Questa misura, unitamente alla vigilanza costante e all’intensificazione dei controlli, mira a limitare la diffusione del virus e a proteggere la popolazione.
Di fronte a questa situazione critica, è stato convocato un tavolo tecnico di coordinamento presso la sede legale della Asl 5.
Il commissario straordinario Federico Argiolas, la direttrice del Dipartimento di Sanità e Prevenzione Maria Valentina Marras, il direttore del servizio veterinario Giuseppe Sedda, l’amministratore straordinario della Provincia Battista Ghisu e il dirigente del settore Ambiente Raffaele Melette hanno condiviso una valutazione comune della situazione e definito un piano d’azione integrato.
L’approccio concordato punta a una strategia sinergica e multidimensionale, che coinvolga attivamente tutti gli attori rilevanti: dalla Regione agli enti locali, dall’Istituto zooprofilattico ai consorzi di bonifica, passando per le forze dell’ordine e i servizi forestali.
L’obiettivo primario è rafforzare le misure di prevenzione e controllo delle zanzare, attraverso un’azione coordinata che comprenda la sorveglianza epidemiologica, il monitoraggio delle larve, la disinfestazione e la sensibilizzazione della popolazione.
La sensibilizzazione è un elemento cruciale per il successo di qualsiasi intervento.
La popolazione è esortata ad adottare misure individuali di protezione dalle punture di zanzara, come l’utilizzo di repellenti, l’indossare abiti protettivi e l’eliminare i ristagni d’acqua che possono fungere da siti di riproduzione per gli insetti vettori.
L’adozione di comportamenti responsabili e l’impegno collettivo rappresentano la chiave per affrontare questa sfida e tutelare la salute della comunità.