La recente ondata di casi di febbre del Nilo in Sardegna, in particolare nella provincia di Oristano, desta crescente preoccupazione tra le autorità sanitarie e la popolazione.
Due nuove segnalazioni di positività, riguardanti due individui di età avanzata, sollevano interrogativi sulla diffusione del virus West Nile e sull’efficacia delle misure di prevenzione attuate.
Il primo caso è un uomo residente a Oristano, attualmente ricoverato presso l’ospedale San Martino, dove riceve cure specifiche.
La seconda persona, una donna di Baratili San Pietro, è stata visitata al pronto soccorso dello stesso ospedale ed è stata dimessa con un protocollo terapeutico da seguire a domicilio.
Con queste due nuove registrazioni, il numero complessivo di casi sintomatici confermati nel 2025 in Sardegna sale a 37, con un bilancio tragico di due decessi, entrambi verificatisi nella stessa provincia.
La situazione richiede un’analisi epidemiologica approfondita e immediata.
Gli esperti della Asl 5 di Oristano hanno già avviato un’indagine mirata a circoscrivere con precisione le aree di residenza dei nuovi contagiati.
Questo tracciamento è fondamentale per implementare tempestivamente interventi di disinfestazione mirata, estendendosi fino a un raggio di 200 metri dalle abitazioni dei soggetti coinvolti.
Tale misura si propone di ridurre il rischio di ulteriore propagazione del virus, agendo sulla popolazione di zanzare vettrici.
La febbre del Nilo, trasmessa dalle zanzare Culex, rappresenta una sfida complessa per la sanità pubblica.
Il virus, di origine tropicale, si è diffuso in diverse regioni del mondo, inclusa l’Europa, con particolare incidenza in aree caratterizzate da climi caldi e umidi, condizioni che favoriscono la proliferazione delle zanzare.
La trasmissione avviene attraverso la puntura di zanzare infette, che hanno precedentemente contratto il virus da uccelli selvatici, serbatoio naturale del West Nile.
I sintomi della febbre del Nilo possono variare da lievi, come febbre, mal di testa e dolori muscolari, a forme più gravi, che possono interessare il sistema nervoso centrale, con conseguenti paralisi e, in casi estremi, decesso.
Gli anziani e le persone con sistema immunitario compromesso risultano particolarmente vulnerabili alle complicanze.
La direttrice del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria della Asl 5 di Oristano, Maria Valentina Marras, ha ribadito con forza l’importanza di adottare rigorosamente misure di prevenzione, focalizzandosi in particolare sulla protezione delle fasce più fragili della popolazione.
Queste misure includono l’utilizzo di repellenti per insetti, l’installazione di zanzariere alle finestre e porte, l’eliminazione di ristagni d’acqua dove le zanzare possono deporre le uova, e l’indossare abiti a maniche lunghe e pantaloni lunghi, soprattutto durante le ore serali e notturne, quando le zanzare sono più attive.
La sensibilizzazione della popolazione e l’educazione alle pratiche di prevenzione rimangono elementi cruciali nella lotta contro la febbre del Nilo.
Un approccio integrato, che combini interventi di controllo delle zanzare con la promozione di comportamenti responsabili da parte dei cittadini, è essenziale per mitigare il rischio di ulteriori contagi e tutelare la salute pubblica.
La collaborazione tra istituzioni sanitarie, enti locali e comunità è fondamentale per affrontare questa sfida sanitaria in modo efficace e duraturo.








