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Franciosi, interrogato: Innocente, non capisco perché sono indagato

Nel corso dell’interrogatorio svoltosi in Procura a Tempio Pausania, Luca Franciosi, il giovane 26enne lombardo al centro delle indagini relative all’omicidio di Cinzia Pinna, ha formalmente negato qualsiasi coinvolgimento nei fatti contestati.
L’udienza, a cui ha partecipato accompagnato dai suoi avvocati Nicoletta e Maurizio Mani, ha visto il giovane fornire una dettagliata cronologia dei suoi movimenti, nel tentativo di dissipare ogni sospetto e dimostrare la sua estraneità alla vicenda che ha sconvolto la comunità di Castelsardo.
L’avvocato Maurizio Mani, al termine dell’incontro con il procuratore capo Gregorio Capasso e la sostituta Noemi Mancini, titolare dell’inchiesta, ha sottolineato la profonda perplessità del suo assistito di fronte all’essere finito sotto la lente degli inquirenti.

Franciosi, secondo quanto riferito dal legale, ha espresso un’incredulità quasi sgomenta, manifestando di non comprendere le ragioni che lo abbiano portato a essere associato a un evento così tragico e complesso.

Il racconto del giovane ha incluso un riferimento alla visita alla tenuta di Concaentosa, luogo dove Cinzia Pinna fu assassinata, avvenuta due giorni dopo l’omicidio.

Franciosi ha affermato di essere stato invitato a recarsi sul posto da Emanuele Ragnedda, l’imprenditore arzachenese riconosciuto colpevole dell’omicidio, in compagnia di altri conoscenti, e di non aver rilevato alcuna irregolarità o circostanza sospetta durante la sua permanenza.

L’avvocato ha inoltre evidenziato come la ditta per cui il giovane lavora possa facilmente confermare i suoi spostamenti lavorativi, fornendo una solida alibi che ne dimostri l’impossibilità di aver preso parte a qualsiasi attività volta a ostacolare le indagini.

Un dettaglio significativo è stato la sua dichiarazione di non possedere la televisione, dettaglio che sottolinea la sua completa ignoranza della vicenda e della scomparsa di Cinzia Pinna.
La difesa ha espresso soddisfazione per la possibilità offerta al suo assistito di esporre dettagliatamente la sua versione dei fatti, nell’ottica di prevenire interpretazioni distorte e di chiarire la paradossale situazione in cui si trova il giovane.
L’avvocato ha descritto la vicenda come “kafkiana”, sottolineando l’assurdità di essere accusato di favori che non ha mai compiuto, né tantomeno ha la possibilità di comprendere.

Riguardo ai legami tra Franciosi e Rosa Maria Elvo, un’altra persona indagata per favoreggiamento e amica del reo confesso, l’avvocato Mani ha negato con fermezza qualsiasi tipo di connessione tra i due, escludendo qualsiasi rapporto personale o professionale.

La posizione di Franciosi si configura quindi come quella di un involontario pedina in una vicenda intricata, un uomo sorpreso inaspettatamente al centro di accuse che lui stesso fatica a comprendere.

L’obiettivo della difesa è ora quello di fornire tutti gli elementi necessari per ristabilire la sua reputazione e dimostrare la sua totale estraneità ai fatti contestati.

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