lunedì 18 Agosto 2025
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Cagliari

Frode ittica a Oristano: Sotto inchiesta una rete di appropriazione indebita.

Un’abile e premeditata frode commerciale ha scosso il settore ittico oristanese, portando alla luce una rete di appropriazione indebita orchestrata all’interno di una primaria azienda di distribuzione di prodotti della pesca.
Quattro dipendenti, residenti tra Oristano e Cabras, sono ora sotto inchiesta dalla polizia per aver sottratto ingenti quantità di pesce, destinato alla grande distribuzione e ai mercati locali, per poi rivenderlo in canali illeciti, estendendo la loro attività fraudolenta fino a Cagliari.

L’allarme è scattato alcuni mesi fa, quando il titolare dell’azienda, rilevando anomalie significative nelle scorte di pesce, ha sporto denuncia, innescando un’indagine complessa e approfondita.

Gli investigatori, attuando un approccio metodico che ha incluso appostamenti discreti e intercettazioni telefoniche, hanno presto evidenziato una gestione operativa altamente sospetta.
La regolarità delle procedure apparenti celava, in realtà, un’abile manovra per deviare il prodotto ittico verso un mercato parallelo, accuratamente costruito e gestito dagli stessi dipendenti.
L’entità della frode è sconcertante: si stima che i quattro indagati fossero responsabili della sparizione di quasi la metà del pescato in uscita dallo stabilimento.

La loro operazione era supportata dalla complicità di autotrasportatori, che consegnavano ai mercati solo una parte delle cassette di pesce, mentre le restanti venivano indirizzate verso il mercato nero.
Le perquisizioni, eseguite in abitazioni, depositi e veicoli di proprietà degli indagati, hanno permesso di rinvenire prove concrete del reato: 40 casse di pesce prive di etichettatura, perfettamente compatibili con quelle rubate all’azienda.
Un vero e proprio tesoro, custodito in un luogo inaspettato – 360.000 euro in contanti, occultati sotto un lavello presso l’abitazione di uno degli indagati.

Il prodotto ittico recuperato è stato restituito alla legittima proprietà, mentre un’ulteriore partita, rinvenuta in condizioni igienico-sanitarie inaccettabili, è stata sequestrata per evitare rischi per la salute pubblica.
Le indagini, attualmente in una fase preliminare, suggeriscono che i quattro dipendenti inchiestati potrebbero essere solo l’apice di una rete più ampia e complessa, alimentando il sospetto che altri soggetti possano essere coinvolti in questa sofisticata operazione di frode commerciale, con ripercussioni significative sull’economia locale e sulla sicurezza alimentare.
L’inchiesta prosegue a ritmo serrato per ricostruire completamente la filiera illegale e identificare tutti i responsabili.

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