Nel cuore del Gallura, un’operazione congiunta dei Carabinieri di Olbia e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna ha portato alla luce una sofisticata e ramificata attività illecita, con l’arresto di due imprenditori agricoli residenti ad Arzachena.
L’intervento, sviluppatosi in località Sa Raiola, ha disvelato una vera e propria “fabbrica” di cannabis, una maxi piantagione che si estendeva su un’ampia area, ospitando circa 1500 piante di canapa indica in differenti stadi di maturazione, indicando un ciclo di produzione accuratamente pianificato.
L’operazione non si è limitata al sequestro della coltivazione.
Le successive perquisizioni, condotte con precisione e tempestività, hanno rivelato un vero e proprio laboratorio di lavorazione e stoccaggio all’interno di un casolare rurale situato nelle campagne di Sant’Antonio di Gallura.
Questo ritrovamento ha ampliato significativamente la portata dell’indagine, mettendo in luce un sistema complesso volto a trasformare la materia prima in prodotti pronti per la distribuzione.
L’ispezione ha portato al rinvenimento di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti: un chilo di cocaina, presumibilmente destinata a un mercato di nicchia, e 8,5 chilogrammi di hashish, pronti per l’immissione nelle reti di spaccio locali.
Inoltre, sono state individuate considerevoli quantità di marijuana in diverse fasi di lavorazione, suggerendo un’organizzazione che mirava a massimizzare i profitti attraverso la produzione di derivati della cannabis.
L’aspetto più allarmante della scoperta è stato il rinvenimento di materiale esplosivo, composto da miccia detonante e detonatori da cava perfettamente funzionanti.
La presenza di questi elementi indica una potenziale capacità di ricorrere a metodi intimidatori o violenti per proteggere l’attività illecita, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza della comunità e sulla possibile connessione con altre attività criminali.
Le autorità stimano che il valore di mercato della produzione di cannabis sequestrata, se immessa nel circuito illegale, avrebbe potuto raggiungere diversi milioni di euro, contribuendo in modo significativo all’alimentazione del traffico di droga nell’isola e finanziando, potenzialmente, altre forme di criminalità organizzata.
L’intera operazione, coordinata e diretta dal Procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, testimonia l’impegno delle forze dell’ordine nel contrasto al traffico di droga e alla criminalità organizzata, evidenziando la necessità di un approccio sinergico e multidisciplinare per affrontare un fenomeno complesso e in continua evoluzione.
L’indagine è in corso e si prefigge di accertare i collegamenti degli arrestati con altre figure coinvolte nella filiera illecita e di ricostruire la logistica e le dinamiche operative dell’organizzazione criminale.