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Geovillage: accordo di patteggiamento chiude una stagione di debiti e ombre.

La complessa vicenda giudiziaria che ha avvolto il Geovillage di Olbia, struttura turistica divenuta simbolo di un’epoca di crescita turistica sarda ma anche di gestione finanziaria incerta, giunge ad una fase cruciale con un accordo di patteggiamento che conclude la responsabilità penale di parte degli attori coinvolti.
La sentenza, emessa dal giudice monocratico Alessandro Cossu presso il Tribunale di Tempio Pausania, suggella una storia intricata di debiti miliardari, accuse di frode e turbativa d’asta, che ha afflitto la Sardegna per oltre un decennio.

L’accordo, formalizzato a maggio, stempera le accuse che gravavano sulla famiglia Docche, fondatrice e principale artefice del Geovillage.
Gavino Docche, figura carismatica e controversa, patteggia una pena di quattro anni e cinque mesi di reclusione, mentre la moglie Anna Costaggiu e il figlio Fabio, quest’ultimo subentrato nella gestione aziendale negli ultimi anni, ricevono rispettivamente due e un anno e quattro mesi.
Le accuse originarie, di elevata gravità, includevano bancarotta fraudolenta aggravata, manipolazione dei bilanci aziendali (falso in bilancio) e omissione di versamenti di ritenute d’acconto, accumulando un debito complessivo di 158 milioni di euro.
L’assoluzione del commercialista Gian Luigi Puggioni, che aveva richiesto un rito abbreviato subordinato a una consulenza tecnica, rappresenta un elemento significativo nella dinamica processuale, evidenziando la complessità delle responsabilità professionali in contesti aziendali di tale portata.

La decisione del giudice, pur concludendo una fase del procedimento, lascia pendente un altro capitolo: Salvatore Bianco, amministratore di una delle società facenti capo al Geovillage, sarà rinviato a giudizio con rito ordinario, segnando l’inizio di un processo separato con implicazioni potenzialmente rilevanti per l’accertamento della verità processuale.

La vicenda si complica ulteriormente se si considera l’archiviazione, avvenuta nell’aprile 2023, delle accuse di turbativa d’asta che avevano coinvolto, tra gli altri, Gavino Docche e suo figlio Fabio, il curatore fallimentare Gian Carlo Fenu, il direttore del Cipnes Aldo Carta e il notaio Vittorio Occorsio.
Questa decisione, che aveva temporaneamente sospeso l’analisi di possibili interferenze con le procedure concorsuali, evidenzia la difficoltà di ricostruire un quadro completo delle dinamiche che hanno portato al collasso finanziario del Geovillage.

L’inchiesta, che ha coinvolto un vasto numero di persone e società, ha sollevato interrogativi cruciali sulla governance aziendale, sulla trasparenza delle operazioni finanziarie e sul ruolo degli intermediari professionali in contesti di crisi economica.
Il caso del Geovillage non è solo una storia di fallimento, ma anche un monito sui rischi legati all’eccessiva espansione, alla gestione opaca dei debiti e alla potenziale compromissione dell’integrità del sistema giudiziario.

Le implicazioni di questa vicenda, che ha toccato profondamente la comunità olbiese e l’intera Sardegna, si estendono ben oltre l’aspetto penalistico, investendo questioni di sviluppo economico, responsabilità sociale e tutela dell’immagine turistica dell’isola.

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