L’agricoltura del Nuorese, pilastro dell’economia locale e custode di tradizioni secolari, è oggi gravata da un’incertezza profonda, alimentata dalla campagna di vaccinazione contro la Dermatite Nodulare Contagiosa (LSD).
L’assemblea di Coldiretti a Nuoro ha fatto emergere un coro di preoccupazioni, che vanno al di là della mera opposizione alla vaccinazione, per abbracciare una riflessione più ampia sulla gestione del rischio e sulla sostenibilità del settore zootecnico.
La LSD, malattia virale trasmessa dalle zanzare e da altri insetti, rappresenta una minaccia concreta per il bestiame sardo, in particolare per le razze autoctone, custodi di un patrimonio genetico unico al mondo.
L’introduzione della vaccinazione, pur essendo presentata come misura salvaguardia, ha generato un clima di diffidenza e un legittimo interrogativo: quali sono le implicazioni a lungo termine per la salute degli animali e per la tenuta economica delle aziende agricole?Le richieste di Coldiretti non si limitano a una maggiore trasparenza nella gestione della campagna vaccinale.
Si tratta di una sollecitazione a un approccio più olistico e partecipativo, che tenga conto delle specificità del contesto sardo e delle esigenze degli allevatori.
La necessità di un piano operativo dettagliato, che definisca chiaramente le responsabilità, i tempi e le modalità di intervento, è un imperativo per evitare decisioni affrettate e potenzialmente dannose.
Le prime risposte provenienti dalle istituzioni, pur apprezzate, risultano ancora insufficienti a dissipare i dubbi e a fornire garanzie concrete.
La richiesta di indennizzi adeguati, commisurati ai danni subiti e tempestivamente erogati, rappresenta un elemento cruciale per sostenere le aziende agricole in un momento di crisi.
Non meno importante è la definizione di un progetto a lungo termine, che preveda investimenti nella ricerca scientifica, nel miglioramento delle infrastrutture e nella formazione del personale.
Il piano vaccinale regionale, supportato da 300.
000 dosi fornite dall’Unione Europea, è stato accolto con riserve da parte degli allevatori, preoccupati dalle pesanti sanzioni amministrative previste in caso di mancata adesione alla campagna.
Queste sanzioni, che possono variare da 2.
000 a 20.
000 euro, si sommano alla potenziale perdita del diritto agli indennizzi in caso di focolai e all’apertura di procedimenti penali, creando un clima di incertezza e di paura.
La questione sollevata non è meramente contingente, ma investe i principi fondamentali della gestione del rischio e della tutela del patrimonio agricolo.
È necessario un dialogo costruttivo tra istituzioni, associazioni di categoria e allevatori, basato sulla trasparenza, sulla condivisione delle informazioni e sulla ricerca di soluzioni innovative e sostenibili.
Solo così sarà possibile superare le attuali difficoltà e garantire un futuro prospero per l’agricoltura del Nuorese.
L’attenzione deve essere rivolta non solo alla gestione dell’emergenza, ma anche alla prevenzione, alla ricerca di alternative alla vaccinazione e al rafforzamento della resilienza del sistema agricolo sardo.