L’accesso al mare, un diritto fondamentale sancito dalla cultura e dalla storia del Mediterraneo, si trova a fronteggiare una progressiva erosione economica che ne compromette la fruibilità per ampie fasce della popolazione. Un’analisi recente di Adiconsum Cagliari mette in luce una problematica sempre più pressante nel caso del Poetto, spiaggia iconica della città, dove una giornata di svago per una famiglia media di quattro persone può facilmente superare i cento euro. Questa cifra, lungi dall’essere un dato anomalo, rappresenta un campanello d’allarme sulla tendenza all’aumento dei costi che affligge sempre più litorali italiani.L’incremento dei costi non è uniforme, ma si articola in diverse voci di spesa. Il parcheggio, elemento cruciale per l’accesso alla spiaggia, ha subito un’impennata significativa: da un costo di 5 euro giornalieri nel 2024 si è passati a 14 euro per un ticket di 10 ore, un aumento di oltre il 180%. Questa variazione, apparentemente marginale, incide pesantemente sul bilancio familiare, soprattutto per chi risiede in aree periferiche o con mezzi di trasporto propri.Parallelamente, i servizi balneari, tradizionalmente considerati complementari alla fruizione del mare, hanno subito un’inflazione dei prezzi che li rende sempre meno accessibili. Il noleggio di due ombrelloni e quattro lettini, ad esempio, si attesta attorno ai 54 euro giornalieri, una somma che, sommandosi ad altre spese, come docce a pagamento, idratazione, piccoli snack e il costo di un pranzo leggero in un chiosco, porta il totale della spesa giornaliera a oscillare tra i 100 e i 120 euro.Questa situazione non è semplicemente una questione di prezzi alti, ma solleva interrogativi più ampi sul valore sociale del litorale e sulla sua funzione di aggregazione. Come sottolinea il presidente di Adiconsum, Simone Girau, il Poetto ha sempre rappresentato un luogo di incontro e di socializzazione, dove persone di diverse estrazioni sociali potevano condividere uno spazio comune. L’aumento dei costi rischia di trasformare questa spiaggia in un privilegio riservato a chi può permetterselo, creando una frattura sociale che impoverisce la comunità nel suo insieme.La questione, quindi, non si limita a una mera richiesta di trasparenza nelle tariffe, ma implica una profonda riflessione sulla governance del litorale. È necessario un ripensamento complessivo della gestione delle aree pubbliche, con l’introduzione di regole più chiare e vincolanti, che garantiscano un accesso equo e sostenibile al mare. Si rende urgente una revisione dei criteri di assegnazione delle concessioni balneari, privilegiando operatori che offrano servizi di qualità a prezzi accessibili, promuovendo al contempo iniziative di sensibilizzazione e di educazione ambientale.In definitiva, la tutela del diritto di accesso al mare non è solo una questione economica, ma un imperativo etico e sociale che richiede l’impegno di tutti: istituzioni, operatori economici e cittadini. La spiaggia non può essere ridotta a un mero prodotto di consumo, ma deve rimanere un bene comune da preservare e da condividere, custodendone il valore intrinseco di inclusione e di socializzazione che ne ha sempre caratterizzato l’identità.