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Medicina animale: la natura ci precede, studio rivoluzionario

L’emergere della medicina come disciplina umana è spesso considerato un traguardo esclusivo della nostra specie, ma una ricerca recente, pubblicata sulla prestigiosa rivista *Biological Reviews*, rivoluziona questa prospettiva.
Il lavoro, frutto della collaborazione tra Michelina Pusceddu (Università di Sassari, NBFC) e Michael A.
Huffman (Istituto di Medicina Tropicale di Nagasaki), svela come strategie sofisticate di automedicazione e cura fossero già in uso nel regno animale ben prima che l’uomo sviluppasse i primi rudimenti di pratica medica.

L’indagine non si basa su speculazioni, bensì su una meticolosa analisi di decenni di osservazioni etologiche, che documentano un ventaglio di comportamenti sorprendenti.
Questi non si limitano a reazioni istintive, ma rivelano un’apparente “intenzione” nel contrastare malattie, parassiti e lesioni.
Dalle api, instancabili custodi della loro salute alveare, ai gorilla, maestri nell’individuare piante medicinali, passando per uccelli che depongono uova in nidi impregnati di sostanze antinfiammatorie e formiche che ricorrono a veri e propri interventi “chirurgici” per rimuovere parassiti, il regno animale si rivela un vero e proprio laboratorio di terapie naturali.
L’uso della propoli, ad esempio, da parte delle api per le sue innumerevoli proprietà antibatteriche e antimicotiche, è solo la punta dell’iceberg.

Molte specie applicano sostanze cicatrizzanti su ferite, isolano aree infette con materiali specifici e, in alcuni casi, mostrano una selezione attenta di risorse alimentari in grado di supportare il sistema immunitario.

Questi comportamenti, pur non richiedendo necessariamente una complessa elaborazione cognitiva, sono profondamente radicati nel contesto ecologico e sociale, dimostrando come la sopravvivenza di una specie dipenda non solo dalla capacità di adattamento fisico, ma anche dalla conoscenza intuitiva delle risorse naturali e dalla trasmissione di pratiche di cura all’interno del gruppo.
Questa ricerca si inserisce in un solido percorso di studi condotto dal Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, in particolare dalla Sezione di Patologia Vegetale ed Entomologia (Spave), un centro di eccellenza nella ricerca apidologica e nell’etologia.

I lavori della Spave, focalizzati sulle complesse difese comportamentali delle api, hanno contribuito a svelare i meccanismi attraverso i quali queste creature affrontano le minacce poste da parassiti, patogeni e predatori, con un focus particolare sull’utilizzo della propoli e sulle risposte collettive contro le vespe.
Il contributo scientifico, partito da un’indagine sul territorio sardo, offre una prospettiva inedita che va oltre la semplice ridefinizione delle origini della medicina.
Esso sottolinea l’importanza di considerare l’interconnessione tra comportamento animale, salute degli ecosistemi, sostenibilità ambientale e la continua evoluzione del sapere scientifico, invitando a una profonda revisione del nostro ruolo all’interno della rete della vita.

La ricerca ci spinge a riconoscere che la saggezza della natura è una risorsa inestimabile, capace di offrirci soluzioni innovative per il benessere umano e la conservazione del nostro pianeta.

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