Il Mediterraneo, un crogiolo di biodiversità e patrimonio culturale inestimabile, si trova sull’orlo di una crisi ecologica senza precedenti. Il recente rapporto “Mare Caldo 2024” di Greenpeace Italia dipinge un quadro allarmante: il corallo *Cladocora caespitosa*, sentinella cruciale degli ecosistemi mediterranei, manifesta segni di sbiancamento diffuso, sintomo di un profondo stress termico. L’isola dell’Asinara, gioiello naturalistico sardo, ha subito ben quattordici ondate di calore durante l’anno, un evento anomalo che testimonia l’intensificarsi del riscaldamento globale. Le stazioni di monitoraggio di Capo Carbonara rilevano aumenti di temperatura di 1,49°C, mentre a Tavolara-Punta Coda Cavallo ben 48 specie bentoniche mostrano un deterioramento dello stato ecologico, segnali inequivocabili di un ecosistema in sofferenza.Il Mediterraneo, spesso definito “il più piccolo mare del mondo”, custodisce in realtà una ricchezza biologica straordinaria. Ospita circa l’8% delle specie marine globali, una concentrazione di biodiversità che lo rende dieci volte più ricco della media mondiale. Questa fragilità, amplificata dalle mutate condizioni climatiche, richiede un’attenzione urgente e mirata.Le aree marine protette sarde, come Capo Carbonara, Tavolara-Punta Coda Cavallo e l’Asinara, pur godendo di un regime di tutela, non sono immuni a questa crisi. Queste zone, veri e propri laboratori di conservazione della biodiversità, sono cruciali per la sopravvivenza di specie iconiche come la foca monaca, squali, delfini e capidogli, tutti a rischio di estinzione a causa dell’aumento della temperatura dell’acqua e della conseguente alterazione degli habitat.In concomitanza con la Giornata internazionale del Mar Mediterraneo, Greenpeace lancia “Il Mare in Tasca”, una guida pratica volta a sensibilizzare il pubblico sull’importanza di proteggere questo ecosistema vitale. La guida offre consigli pratici e informazioni affascinanti sulla flora e la fauna del Mediterraneo, incoraggiando un approccio più consapevole e responsabile nei confronti del mare.Il cambiamento climatico rappresenta la sfida più impellente per il futuro del Mediterraneo. I dati satellitari di Copernicus rivelano ondate di calore marine con aumenti di temperatura fino a 5°C, un segnale d’allarme che non può essere ignorato. L’inquinamento, in particolare quello da plastica, aggrava ulteriormente la situazione, minacciando la sopravvivenza di innumerevoli specie marine. Un’indagine recente rivela una realtà sconcertante: meno dell’1% delle acque italiane gode di protezione adeguata, un dato che evidenzia la necessità di un impegno politico e sociale più incisivo. La salvaguardia del Mediterraneo non è solo una questione ambientale, ma una questione di identità culturale e di sviluppo sostenibile per l’intera regione. È imperativo agire ora, invertendo la rotta verso un futuro più resiliente e armonioso con l’ambiente marino.
Mediterraneo a rischio: il corallo sbianca, l’ecosistema soffre.
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