L’inchiesta “Monte Nuovo”, scossa che investe il tessuto amministrativo e sanitario sardo, si avvia alla fase processuale. Il pubblico ministero Emanuele Secci ha formulato richiesta di rinvio a giudizio per trenta dei trentaquattro individui coinvolti, davanti al giudice per le indagini preliminari Luca Melis presso il Tribunale di Cagliari. L’accusa, di gravità eccezionale, ipotizza per nove degli indagati la costituzione e la promozione di un’associazione di tipo mafioso, finalizzata a perpetrare reati contro la pubblica amministrazione. Questa contestazione, che eleva l’inchiesta a livello di rilevanza nazionale, apre scenari inediti per la giustizia sarda.Il GUP Melis ha respinto integralmente le istanze difensive presentate, un segnale che prefigura una battaglia legale complessa e di lunga durata. Tra le strategie tentate dai legali, spiccano richieste di misure alternative al processo ordinario. Alessia e Alice Deidda, insieme a Marco Zanardi, hanno optato per il patteggiamento, cercando una riduzione della pena in cambio di un’ammissione di colpa. Thomas Littarru, affiancato dai suoi avvocati, ha invece proposto un rito abbreviato condizionato, che potrebbe portare a una riduzione della pena se la condanna dovesse essere certa.La decisione del PM Secci di proseguire con il rinvio a giudizio per tutti gli altri indagati, inclusi nomi di spicco, testimonia la solidità dell’indagine e la volontà di accertare le responsabilità in modo completo. Tra questi, figura Massimo Temussi, attuale direttore generale delle Politiche attive del lavoro per il Ministero del Lavoro, la cui posizione, pur complessa, si mantiene aperta alla possibilità di un rito alternativo in seguito a un interrogatorio.L’elenco degli indagati a cui vengono contestati reati di così alto livello è eloquente. Si tratta di figure professionali di grande rilievo, come il primario della terapia del dolore della Asl di Cagliari, Tomaso Cocco, l’ex assessora regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, e il rettore dell’Università di Sassari, Gavino Mariotti. A loro si aggiungono elementi di spicco della criminalità organizzata sarda, quali Nicolò Cossu (soprannominato “Cioccolato”), Tonino Crissantu, Giovanni Mercurio, Antonio Giuseppe Mesina, Battista Mele e Paolo Murgia, evidenziando la presunta commistione tra potere istituzionale e attività illecite.L’inchiesta, che ha fatto emergere presunte dinamiche di corruzione, concussione, abuso d’ufficio e turbativa d’asta, getta luce su una rete di relazioni e interessi che avrebbero compromesso la trasparenza e l’imparzialità dell’amministrazione pubblica. La prossima udienza, fissata per il 1° dicembre, si preannuncia cruciale per la definizione dei termini della battaglia giudiziaria e per l’emergere di nuove rivelazioni. L’operazione “Monte Nuovo” rappresenta una sfida epocale per la giustizia sarda, con implicazioni profonde per la credibilità delle istituzioni e per la percezione della legalità.
Monte Nuovo: Inchiesta Sardegna Avvia Fase Processuale
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