L’introduzione del modello organizzativo “See and Treat” al Pronto Soccorso del San Francesco di Nuoro segna una svolta nell’approccio all’emergenza-urgenza in Sardegna, un’iniziativa strategicamente scelta dalla Regione per sperimentare una soluzione innovativa volta a ottimizzare l’erogazione dei servizi sanitari e a decongestionare le strutture ospedaliere.
Questa adozione, in linea con le raccomandazioni ministeriali per il miglioramento del triage intraospedaliero, si inserisce in un contesto nazionale e internazionale in cui la gestione efficiente dei flussi di pazienti rappresenta una priorità.
Il modello “See and Treat”, già implementato con successo in Toscana e in altre regioni italiane, si basa sull’identificazione e gestione rapida di pazienti con problematiche sanitarie di bassa intensità di cura, spesso non urgenti, che altrimenti verrebbero indirizzati verso il percorso di emergenza.
Questo permette di liberare risorse preziose, come personale medico e infermieristico, e spazi fisici, per i casi più gravi e complessi che richiedono un intervento immediato.
L’ambulatorio dedicato, gestito principalmente da infermieri qualificati sotto la supervisione di medici, opererà dal lunedì al venerdì, in attesa del completamento degli aggiornamenti operativi necessari per un avvio a regime previsto per novembre.
La difficoltà di accesso alle cure primarie, aggravata dalla carenza di medici di base e dalla rarefazione delle guardie mediche sul territorio, spesso spinge i pazienti a ricorrere al Pronto Soccorso per problematiche che potrebbero essere gestite in contesti ambulatoriali.
Il modello “See and Treat” si propone di colmare questa lacuna, offrendo una risposta tempestiva ed efficace a patologie minori, ma che contribuiscono significativamente al sovraffollamento ospedaliero.
L’approccio “See and Treat” non è una soluzione generalizzata; si applica a specifiche casistiche predefinite, gestite attraverso protocolli medico-infermieristici aziendali rigorosi.
L’identificazione precoce e la standardizzazione dei processi di cura consentono di garantire un livello di assistenza adeguato e sicuro, evitando percorsi diagnostici complessi e prolungati in situazioni che non lo richiedono.
La sua applicazione è limitata a condizioni sanitarie che non necessitano di approfondimenti diagnostici o di interventi specialistici.
Il commissario straordinario dell’ASL 3, Angelo Zuccarelli, sottolinea come questa iniziativa non sia un mero adattamento di modelli esistenti, ma un’evoluzione dell’approccio alla gestione dell’emergenza-urgenza, ispirata alle esperienze virtuose britanniche che hanno trasformato l’assistenza alle piccole urgenze, riducendo drasticamente il ricorso al Pronto Soccorso.
L’obiettivo è di contribuire a un più ampio riequilibrio territoriale dell’assistenza, spostando l’attenzione dalla gestione ospedaliera centralizzata verso un approccio più distribuito e accessibile, volto a migliorare la salute della comunità e l’efficienza del sistema sanitario nel suo complesso.
Questa sperimentazione rappresenta un passo avanti verso un sistema più resiliente e orientato alle esigenze del territorio.