Il rinnovato impulso alla ricerca e alla formazione nefrologica in Sardegna si concretizza con il conseguimento della specializzazione da parte di sette giovani medici, un risultato significativo dopo un periodo di decennale sospensione della scuola di specializzazione dell’Università di Cagliari, riattivata nel 2021 sotto la guida del professor Antonello Pani.
Pierluigi Alberto Cadeddu, Simona Carta, Martina Melis, Alessandro Piras, Giulia Poerio, Claudia Puddu e Giulia Spanu coronano un percorso di quattro anni intensivi di studio, ricerca e pratica clinica, testimoniando l’impegno dell’istituzione nel formare professionisti altamente qualificati.
Le tesi presentate dai neospecialisti, alcune delle quali meritevoli di pubblicazione, hanno affrontato tematiche cruciali nella gestione e ottimizzazione delle cure per pazienti affetti da patologie renali.
L’approccio multidisciplinare ha permesso di esplorare in profondità argomenti quali le basi genetiche delle malattie renali, l’impiego mirato di farmaci biologici innovativi, l’efficacia della dieta ipoproteica come strategia per posticipare l’inizio della dialisi – un intervento chiave per migliorare la qualità di vita dei pazienti – e l’implementazione di tecniche dialitiche avanzate, sempre più orientate verso la personalizzazione della terapia.
Particolare attenzione è stata dedicata alla sorveglianza tecnologica e alla manutenzione ottimale degli accessi vascolari, essenziali per garantire l’efficacia e la sicurezza dei trattamenti dialitici.
Infine, la ricerca ha indagato le sfide specifiche della cura del paziente nefrologico durante la gravidanza, un ambito che richiede competenze specialistiche e un approccio integrato.
“Questo successo rappresenta un momento di grande orgoglio per l’università e per l’intera comunità medica sarda,” ha commentato il professor Pani.
La Sardegna, purtroppo, si attesta al secondo posto in Italia per incidenza di pazienti in dialisi rispetto alla popolazione, una statistica che evidenzia la rilevanza del problema della malattia renale cronica, una condizione che impone una risposta sanitaria robusta e mirata.
La carenza di nefrologi sul territorio nazionale aggrava ulteriormente la situazione, rendendo l’ingresso in servizio di questi sette nuovi specialisti un contributo essenziale per rafforzare la rete di assistenza e garantire cure più accessibili e di alta qualità per i pazienti affetti da insufficienza renale.
L’impegno di questi giovani medici si inserisce in un contesto di necessità di potenziamento della prevenzione e della diagnosi precoce, elementi fondamentali per rallentare la progressione della malattia e migliorare significativamente gli esiti clinici.
Il futuro della nefrologia sarda si prospetta, grazie a questi nuovi professionisti, più promettente e orientato all’innovazione e all’eccellenza.







