Affrontare una diagnosi di tumore è un percorso che trascende la mera lotta biologica, permeando ogni aspetto dell’esistenza e riplasmando la dinamica familiare.
L’associazione culturale Donne+Donne, con il supporto del Comune di Sassari, ha intrapreso un’iniziativa coraggiosa per illuminare un’area di profonda vulnerabilità: la comunicazione della malattia ai figli.
La campagna muraria, intitolata “Oggi mamma mi ha detto… Ho un tumore al seno – L’adolescente racconta”, emerge come un atto di responsabilità sociale, un tentativo di rompere il silenzio che avvolge un tema complesso e doloroso.
Il progetto, realizzato in sinergia con la Fondazione di Sardegna e due istituti scolastici – l’Istituto comprensivo statale di Sorso-Sennori e l’Istituto tecnico industriale G.
M.
Angioy di Sassari – rappresenta un’evoluzione nell’approccio dell’associazione, che tradizionalmente si è concentrata su informazione e prevenzione del tumore mammario.
L’iniziativa riconosce che il peso emotivo e psicologico di una diagnosi oncologica non grava unicamente sulla persona malata, ma si estende al suo nucleo familiare, in particolare ai figli, che si ritrovano a confrontarsi con una realtà sconvolgente in un momento cruciale del loro sviluppo.
Daniela Cermelli, presidente di Donne+Donne, sottolinea l’urgenza di affrontare questa problematica, spesso relegata ai margini dell’attenzione pubblica e priva di un adeguato supporto istituzionale.
Si tratta di un vuoto legislativo e sociale che rischia di compromettere il benessere psicologico e relazionale di un numero crescente di adolescenti.
In Italia, il fenomeno dei “young caregiver” – giovani che si prendono cura di un familiare malato – è in aumento, con una percentuale significativa di adolescenti tra i 15 e i 24 anni coinvolti in questa condizione complessa.
Nonostante la presenza di misure di sostegno dedicate in altri Paesi europei, in Italia mancano leggi e programmi specifici per affrontare le esigenze di questi giovani, che si ritrovano a doversi confrontare con responsabilità e preoccupazioni ben al di sopra della loro età.
Le conseguenze di questa situazione possono essere devastanti: stress emotivo, disturbi d’ansia e depressione, comportamenti aggressivi, isolamento sociale, alterazioni del sonno e dell’alimentazione, difficoltà di apprendimento e, in alcuni casi, rischio di abbandono scolastico.
Questi giovani, spesso invisibili e silenziati, necessitano di un sostegno mirato e di spazi di espressione sicuri.
Il progetto di Donne+Donne intende dare voce a queste esperienze, invitando gli adolescenti a condividere le proprie emozioni e paure attraverso linguaggi a loro familiari: arte, scrittura, musica, video.
L’intervento di insegnanti, psicologi e artisti offre un supporto prezioso, facilitando l’elaborazione del trauma e promuovendo il recupero di un equilibrio psicologico.
Si tratta di un investimento nel futuro, volto a proteggere il benessere di una generazione che si trova a navigare in acque agitate, offrendo loro strumenti per trasformare il dolore in resilienza e la fragilità in forza.
L’iniziativa si configura come un seme di speranza, destinato a fiorire in una maggiore consapevolezza e in un sostegno più efficace per i giovani caregiver.






