La vicenda che ha scosso Olbia sabato sera si configura come una tragica concatenazione di eventi, ora al vaglio delle autorità giudiziarie.
Due carabinieri, operanti in seguito a segnalazioni di aggressioni nel quartiere di Santa Mariaedda, sono attualmente indagati per omicidio colposo.
La dinamica, ancora da chiarire nei dettagli, ha visto il coinvolgimento di Gianpaolo Demartis, un uomo di 57 anni originario di Bultei, residente tra Sassari e Olbia, che è deceduto a seguito di un arresto cardiaco mentre veniva trasportato in ambulanza verso l’ospedale.
L’impiego del dispositivo a impulsi elettrici, il taser, è uno degli aspetti cruciali che il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, dovrà approfondire nel corso delle indagini.
L’applicazione di tale strumento, pur essendo regolamentata, solleva interrogativi sulla sua idoneità e sui possibili effetti su soggetti vulnerabili, soprattutto in presenza di preesistenti patologie cardiache, come sembra essere stato il caso di Demartis.
La decisione di procedere con l’autopsia sul corpo della vittima, un atto formale ma essenziale per accertare con precisione le cause del decesso e stabilire il nesso causale tra l’intervento dei carabinieri e l’arresto cardiaco, sottolinea la gravità delle accuse.
L’iscrizione nel registro degli indagati, peraltro, non implica alcuna presunzione di colpevolezza, ma rappresenta una fase preliminare necessaria per consentire l’espletamento di tutti gli accertamenti tecnici e investigativi.
Il fascicolo d’indagine aperto dal procuratore Capasso mira a ricostruire minuziosamente la sequenza degli eventi, analizzando le testimonianze dei presenti, le registrazioni delle telecamere di sorveglianza, e la documentazione medica relativa alla vittima.
La vicenda pone, inoltre, interrogativi più ampi sulla legittima difesa, sull’uso della forza da parte delle forze dell’ordine, e sulla necessità di protocolli più rigorosi nell’impiego di strumenti come il taser.
L’episodio si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso le procedure operative delle forze dell’ordine, e sulla responsabilità istituzionale in caso di eventi tragici.
La comunità olbiese, scossa da questo lutto, attende ora con ansia i risultati delle indagini, auspicando che la verità possa emergere e che si possano trarre lezioni utili per prevenire il ripetersi di simili tragedie.
Il delicato equilibrio tra l’azione di contrasto alla criminalità e la tutela della vita umana è al centro di questo complesso e doloroso caso.