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Olbia, Taser e Morte: Inchiesta sull’Uso della Forza

La comunità sarda è scossa dalla vicenda che ha portato alla morte di Gianpaolo Demartis, un uomo di 57 anni con radici a Bultei, ma negli ultimi anni residente tra Sassari e Olbia.
La dinamica, avvenuta nella serata del 16 agosto, ha coinvolto un episodio di violenza in un quartiere di Olbia, Santa Mariedda, e ha sollevato complesse questioni legali ed etiche riguardanti l’uso della forza da parte delle forze dell’ordine.

Secondo le ricostruzioni iniziali, Demartis, in uno stato di alterazione ancora da chiarire completamente, stava manifestando comportamenti aggressivi nei confronti dei residenti.
L’intervento dei Carabinieri, volto a contenere la situazione, ha portato all’utilizzo di un taser nei confronti dell’uomo, con conseguente decesso in ambulanza.
L’inchiesta, condotta dal procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, si configura come omicidio colposo.

Due Carabinieri del reparto operativo di Olbia sono stati iscritti nel registro degli indagati: il capo scorta, ferito al volto dall’aggressore durante il tentativo di fermarlo, e il collega che ha fatto ricorso all’arma a impulsi elettrici.
Questa scelta investigativa sottolinea la necessità di un’analisi approfondita delle azioni compiute, valutando la proporzionalità e l’adeguatezza dell’intervento in relazione alla gravità della minaccia percepita.
L’autopsia, eseguita all’istituto di medicina legale di Sassari, ha confermato un decesso per arresto cardiaco.

Risultati preliminari hanno fatto emergere la presenza di patologie cardiache pregresse nell’uomo, fattori che concorrono a complicare la comprensione del nesso causale tra l’utilizzo del taser e l’esito fatale.

Si rende quindi imprescindibile un’analisi dettagliata della storia clinica di Demartis, per determinare se le sue condizioni mediche abbiano contribuito in modo determinante al decesso, e in che misura l’intervento delle forze dell’ordine abbia influito sull’evento.

Per garantire la massima trasparenza e completezza dell’indagine, è stato designato un consulente medico, il dottor Francesco Serra, dirigente medico della Asl di Sassari, su incarico del Sic, sindacato indipendente dei Carabinieri.
La presenza di un consulente esterno, esperto in diritto militare (Maria Paola Marro), mira a fornire una valutazione indipendente e imparziale delle circostanze della morte.

La famiglia Demartis, pur esprimendo il proprio dolore, ha manifestato fiducia nell’operato della magistratura e nei suoi consulenti, scegliendo di non nominare un proprio consulente medico.

Questo gesto sottolinea la volontà di affidarsi alle istituzioni e di evitare qualsiasi forma di ostacolo all’accertamento della verità.

La vicenda solleva, inoltre, interrogativi più ampi sull’uso di armi a impulsi elettrici da parte delle forze dell’ordine, sulla formazione del personale, sui protocolli di intervento e sulla necessità di un dibattito pubblico che coinvolga esperti, istituzioni e cittadini, al fine di definire regole chiare e condivise per garantire la sicurezza pubblica nel rispetto dei diritti fondamentali.
L’inchiesta è in corso e l’auspicio è che possa fare luce sulle dinamiche dell’evento e fornire risposte chiare alla comunità, contribuendo a prevenire simili tragici episodi in futuro.

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