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lunedì 10 Novembre 2025

Omicidio Cinzia Pinna: la lettera e l’ombra della legittima difesa

Un’ombra di incertezza si proietta sul caso Cinzia Pinna, la giovane donna di 33 anni strappata alla vita con tre colpi di arma da fuoco nella tenuta Concaentosa, tra Palau e Arzachena.
Al centro della vicenda, Emanuele Ragnedda, attualmente detenuto nel carcere di Bancali in attesa di processo per l’accusa di omicidio.

Un’ulteriore, inquietante, variabile si aggiunge al quadro già complesso: una presunta missiva, apparentemente redatta dallo stesso Ragnedda, che circola tra alcuni suoi conoscenti.

La lettera, se autentica, solleverebbe interrogativi significativi, accennando a una presunta “legittima difesa” – un elemento che, finora, non era emerso nelle dichiarazioni ufficiali e che richiederebbe un’approfondita verifica da parte degli inquirenti.

La sua provenienza e autenticità sono al momento oggetto di sospensione, data l’impossibilità, per l’indagato, di inviarla direttamente e la prudente assenza di conferme da parte del suo legale e dalla famiglia.

L’ipotesi di un falso, di una messinscena, non può essere esclusa, e un’analisi filologica del documento potrebbe rivelare dettagli cruciali sulla sua origine.
La confessione resa da Ragnedda ai Carabinieri di Palau aveva inizialmente delineato un quadro di responsabilità individuale per l’omicidio, ma contestualmente coinvolgeva un altro soggetto, Luca Franciosi, 26enne originario della Lombardia, accusato di aver concorso nell’occultamento del corpo e nella sparizione degli effetti personali della vittima.
Anche la compagna di Ragnedda, Rosa Maria Elvo, 50 enne di San Pantaleo, è indagata per favoreggiamento.

Entrambi gli indagati, Franciosi ed Elvo, hanno negato qualsiasi coinvolgimento diretto e fornito le proprie deposizioni agli investigatori.

Il caso Pinna è costellato di elementi oscuri, di moventi ancora non del tutto chiariti e di possibili complicità.
La presunta lettera, con il suo riferimento alla “legittima difesa”, apre una nuova prospettiva, potenzialmente in grado di ribaltare le attuali ricostruzioni.
La sua autenticità, al momento, rimane un enigma, un tassello cruciale che potrebbe contribuire a fare luce sulla dinamica di un evento tragico e a determinare le responsabilità di coloro che vi hanno preso parte.

L’indagine, ora, dovrà concentrarsi sulla verifica di questa nuova pista, valutando attentamente ogni elemento e accertando la veridicità delle informazioni contenute nel controverso documento.
La vicenda, profondamente radicata nel tessuto sociale della Gallura, continua a interrogare l’opinione pubblica e a sollecitare risposte definitive per fare luce sulla verità e garantire giustizia per Cinzia Pinna.

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