Nel cuore del Mediterraneo, la Sardegna meridionale e centro-meridionale è stata teatro di un’operazione di contrasto senza precedenti alla pesca illegale e al commercio di prodotti ittici non conformi, denominata “Anisakis”.
Tra il 10 e il 31 ottobre, la Guardia Costiera, attraverso i compartimenti di Cagliari e Oristano e un ampio network di circondari marittimi (Arbatax, Bosa, Carloforte, Sant’Antioco e Portoscuso), ha condotto un’indagine complessa e capillare che ha coinvolto l’intera filiera, dalla pesca alla grande distribuzione, dal commercio al dettaglio fino alla ristorazione collettiva.
L’azione non si è limitata alla verifica del rispetto delle normative sulla pesca – inclusi i periodi di fermo pesca obbligatori per la pesca a strascico e i divieti di pesca a tutela di specie vulnerabili – ma ha esteso il suo sguardo all’intera catena del valore, mirando a garantire la sicurezza alimentare, la tracciabilità dei prodotti e la salvaguardia delle risorse marine.
L’esito è stato significativo: dodici sanzioni amministrative, ammontanti a un totale di trenta mila euro, e il sequestro di sette tonnellate e mezza di prodotto ittico.
Ma il quadro emergente è ben più allarmante di semplici infrazioni.
Un elemento particolarmente grave è stato portato alla luce durante un’ispezione in uno stabilimento adibito alla conservazione, lavorazione e distribuzione di pesce.
Qui, i controlli hanno rivelato la presenza di celle frigorifere prive delle necessarie autorizzazioni sanitarie e pratiche di surgelamento palesemente non conformi alle normative vigenti.
Queste irregolarità hanno comportato il sequestro di tre tonnellate e mezza di prodotto ittico, privo della documentazione che ne attestava la provenienza e la corretta manipolazione – una violazione critica che mette a rischio la salute dei consumatori e mina la fiducia nel settore.
L’operazione ha inoltre intercettato tre imbarcazioni provenienti dalla Sicilia, sorprese a esercitare la pesca a strascico in periodi vietati, un’attività che depreda gli ecosistemi marini e compromette la riproduzione delle specie ittiche.
I comandanti delle imbarcazioni sono stati sanzionati con multe di sei mila euro ciascuno e il pesce pescato, per un peso di 150 chilogrammi, è stato sequestrato.
L’operazione “Anisakis” non rappresenta solo un bilancio di violazioni rilevate, ma sottolinea l’importanza di un controllo costante e rigoroso dell’intera filiera ittica.
Il contrasto alla pesca illegale e al commercio di prodotti non conformi è un imperativo non solo economico, ma soprattutto ambientale e sanitario, fondamentale per garantire la sostenibilità delle risorse marine e la tutela della salute pubblica.
L’azione della Guardia Costiera evidenzia una crescente necessità di rafforzare la collaborazione tra le autorità competenti e di sensibilizzare gli operatori del settore sull’importanza del rispetto delle normative, promuovendo una cultura della legalità e della trasparenza che possa salvaguardare il patrimonio ittico del Mediterraneo e la fiducia dei consumatori.







