La mobilitazione degli Operatori Socio Sanitari (OSS) riprende vigore, animando le vie del capoluogo con una marcia che dalla sede dell’Assessorato alla Sanità ha raggiunto il Consiglio Regionale.
Un corteo composto da circa 130 professionisti, che per sei mesi hanno mantenuto una presenza costante in segno di protesta lungo via Roma, rivendica una soluzione definitiva alla loro situazione lavorativa.
La spaccatura tra nord e sud Sardegna emerge come elemento cruciale della vicenda.
Mentre nell’area settentrionale le procedure di assunzione sono state regolarmente implementate, nel sud Sardegna molte aziende sanitarie hanno riservato un trattamento differenziato, generando un senso di ingiustizia e disillusione tra gli OSS.
Al cuore della protesta risiede la richiesta di uno scorrimento delle graduatorie, una rivendicazione che trascende la mera questione economica per toccare principi fondamentali di equità e parità di trattamento.
Gli OSS denunciano l’assurdità di una categorizzazione professionale – “OSS di serie A” o “B” – che contraddice l’esperienza condivisa durante l’emergenza pandemica, quando il loro contributo è stato riconosciuto come essenziale, elevandoli al ruolo di “eroi”.
Lo striscione “Formati e abbandonati”, esposto con forza sul pavimento sotto i portici, incarna il sentimento di frustrazione e tradimento che pervade la categoria.
Rappresenta la consapevolezza di aver investito risorse, tempo ed energie in una formazione specialistica, per poi essere lasciati in una condizione di precarietà.
Un raggio di speranza si è aperto a metà mattinata, con la possibilità di un confronto diretto con le massime figure istituzionali: la Presidente della Regione, Alessandra Todde, e l’Assessore Regionale alla Sanità, Armando Bartolazzi.
Durante l’incontro, secondo quanto riferito da Mallus all’ANSA, è stato garantito che l’attenzione verso la situazione degli OSS rimane prioritaria, e che sono in atto complesse operazioni necessarie per la stabilizzazione del personale, in linea con la più ampia riorganizzazione del sistema sanitario sardo.
La delegazione ha potuto illustrare le problematiche concrete che si stanno verificando sul campo, ricevendo l’impegno all’ascolto e alla presa d’atto.
La Regione ha fissato un nuovo appuntamento per il 30 luglio, data che segna una sospensione temporanea della protesta, in attesa di segnali concreti e tangibili che possano tradursi in un futuro più certo e dignitoso per gli Operatori Socio Sanitari.
Si tratta di un momento delicato, che richiede un’azione tempestiva e mirata da parte delle istituzioni per evitare ulteriori disagi e frustrazioni in una categoria professionale fondamentale per l’assistenza alla persona.