La vicenda del Polo Oncologico Regionale del Businco di Cagliari, recentemente al centro di un’indagine giudiziaria avviata a seguito di un esposto di familiari, ha innescato un acceso dibattito sulle condizioni critiche del sistema sanitario regionale.
L’USB Sanità, raccogliendo le voci di operatori sanitari e pazienti, ha sollevato un quadro allarmante, denunciando un collasso sistemico che mina la qualità e l’equità delle cure oncologiche.
Il cuore del problema risiede in una cronica carenza di personale, che si traduce in un carico di lavoro insostenibile per i professionisti.
Il reparto di degenza di Oncologia Medica, ma anche le altre strutture aziendali, si trovano quotidianamente a gestire un numero eccessivo di pazienti, compromettendo la possibilità di offrire un’assistenza personalizzata e tempestiva.
Questa situazione, esasperata dalla mancanza di risorse umane adeguate, genera frustrazione e stress tra gli operatori sanitari, che si sentono impotenti di fronte alla sofferenza dei pazienti.
Le difficoltà sono amplificate da un riordino chirurgico, necessario per l’esecuzione di lavori di ristrutturazione delle sale operatorie finanziati dal PNRR.
Pur essendo concepito per migliorare le infrastrutture, questo intervento ha paradossalmente contribuito ad allungare ulteriormente le liste d’attesa, penalizzando i pazienti che necessitano di interventi chirurgici urgenti o programmati.
La carenza di personale e le difficoltà legate ai lavori di ristrutturazione non sono fenomeni isolati, ma il sintomo di un problema più ampio: una sottovalutazione storica delle risorse destinate alla cura delle patologie oncologiche a livello regionale.
L’assenza di un piano strategico di potenziamento delle cure oncologiche territoriali ha lasciato l’intero sistema sanitario in una condizione di vulnerabilità, incapace di rispondere adeguatamente all’aumento della domanda di assistenza.
È imperativo che le istituzioni regionali prendano coscienza della gravità della situazione e adottino misure concrete per invertire la tendenza.
È necessario un investimento massiccio nel potenziamento del personale, attraverso l’indizione di bandi di concorso e l’adozione di misure incentivanti per attrarre e trattenere i professionisti.
Parallelamente, è fondamentale garantire finanziamenti certi e stabili per l’assunzione di nuovo personale e per il miglioramento delle infrastrutture esistenti.
La Struttura Complessa delle Professioni Sanitarie, in particolare, necessita di un supporto immediato, poiché svolge un ruolo cruciale nel fornire assistenza ai pazienti oncologici.
L’adeguamento delle dotazioni organiche non deve limitarsi alla mera sostituzione del personale in esaurimento, ma deve mirare a rafforzare le competenze specialistiche e a introdurre modelli di cura innovativi.
Solo attraverso un approccio integrato e lungimirante sarà possibile garantire a tutti i pazienti oncologici il diritto a cure adeguate, tempestive e personalizzate, restituendo loro la dignità e la speranza.
L’accelerazione del potenziamento delle cure oncologiche territoriali non è solo un imperativo etico, ma anche un investimento nel futuro della sanità regionale.
La trasparenza e la responsabilizzazione delle istituzioni sono fondamentali per ricostruire la fiducia dei cittadini e per garantire che operatori sanitari e pazienti possano ricevere il rispetto e l’attenzione che meritano.