L’Isola si confronta con un quadro socio-economico allarmante, delineato dal XX Rapporto su povertà ed esclusione sociale, che rivela un incremento significativo delle famiglie sarde in condizione di povertà relativa.
Nel 2024, si stimano circa 128.000 nuclei familiari che si trovano a lottare per soddisfare i bisogni primari, un dato in crescita rispetto alle 118.000 del 2023, e che riflette una crescente fragilità del tessuto sociale sardo.
I dati Istat, incrociati con le informazioni raccolte dalle attività di ascolto e supporto offerte dalla Caritas in tutta la regione, proiettano un’immagine complessa, segnata da nuove sfide e persistenti disuguaglianze.
L’attività dei 78 centri di ascolto, distribuiti in 42 comuni, ha accolto complessivamente 10.418 persone, testimoniando la crescente domanda di aiuto.
Pur mostrando una lieve flessione rispetto al 2023 (-4,8%), il numero di accessi rimane superiore ai livelli pre-pandemia del 2020, indicando una persistenza della crisi socio-economica.
Un elemento rilevante è rappresentato dalla percentuale di nuovi utenti, pari al 27,0% del totale, suggerendo un’ampliamento della base di persone in difficoltà.
Sorprendentemente, a differenza del quadro nazionale, la maggior parte delle persone che si sono rivolte ai centri di ascolto sardi sono cittadini italiani (63,2%), con un forte radicamento nel territorio diocesano di Cagliari.
Questo dato sottolinea un problema interno, che richiede un’analisi approfondita delle dinamiche socio-economiche che colpiscono la popolazione residente.
Il profilo degli utenti che accedono ai servizi di ascolto è variegato: il 51,9% è femminile, un quinto circa ha cinquant’anni, e quasi l’85% è in età lavorativa, costretto a richiedere assistenza a causa della perdita o della precarietà del lavoro.
La disoccupazione e l’inoccupazione rappresentano un fattore determinante, ma emergono anche forme di lavoro irregolare, nero o grigio, che espongono i lavoratori a condizioni di sfruttamento e insicurezza.
Il fenomeno della cassa integrazione e della sottoccupazione, spesso associato a mansioni rischiose, dequalificanti o svolte in ambienti insalubri, contribuisce ad acuire la situazione di disagio.
Le richieste di aiuto alla Caritas, in aumento rispetto all’anno precedente (63.647 richieste nel 2024, contro le 58.818 del 2023), sono prevalentemente di natura economica e legata al mondo del lavoro.
La difficoltà di sostenere le spese essenziali per la vita quotidiana – istruzione, abitazione, alimentazione, sanità – si intreccia con la mancanza di opportunità lavorative dignitose, creando un circolo vizioso di povertà e precarietà.
La domanda di beni materiali è in forte crescita, con un aumento del 3,3% rispetto al 2023.
Pacchi alimentari, pasti in mense popolari e consegne a domicilio rappresentano la principale forma di assistenza richiesta, a testimonianza della difficoltà di accedere a un’alimentazione adeguata.
Non mancano, tuttavia, richieste di supporto per il pagamento di bollette, affitti e mutui, evidenziando la difficoltà di gestire le spese domestiche.
Il quadro complessivo rivela una crescente vulnerabilità della popolazione sarda, che richiede interventi mirati e strutturali per contrastare la povertà e promuovere l’inclusione sociale.







