venerdì 26 Settembre 2025
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Cagliari

Ragnedda, processo choc: confessa l’omicidio di Cinzia Pinna

Il processo di convalida del fermo di Emanuele Ragnedda, imputato per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Cinzia Pinna, si è aperto davanti alla giudice per le indagini preliminari Marcella Pinna del Tribunale di Tempio.
L’udienza, gravissima e carica di implicazioni emotive, si preannuncia cruciale per delineare i contorni di una vicenda che ha sconvolto la comunità sarda.
Ragnedda, assistito dal suo legale Luca Montella, ha scelto di non avvalersi del diritto al silenzio, optando per una narrazione dettagliata dei fatti che hanno portato alla tragica scomparsa e morte di Cinzia, una giovane donna di 33 anni.
La ricostruzione fornita dall’imprenditore, già ampiamente anticipata durante l’interrogatorio preliminare, getta luce su una serata fatale trascorsa in un casolare di sua proprietà, situato nella tenuta vitivinicola ConcaEntosa, tra Palau e Arzachena.

Un contesto apparentemente idilliaco, in realtà teatro di un violento scontro che ha avuto conseguenze irreversibili.

L’analisi tossicologica, condotta dai tecnici del Ris di Cagliari, ha rivelato la presenza di alcol e tracce di sostanze stupefacenti, presumibilmente cocaina, in diverse bottiglie vuote rinvenute nell’abitazione.
Ragnedda ha confessato di aver consumato la sostanza in quei giorni, contribuendo a creare un clima di crescente tensione e instabilità emotiva.
La versione fornita dall’imputato, ora sottoposta al vaglio attento della magistratura e degli inquirenti, si concentra su un alterco furioso che è culminato in un atto violento.
Secondo la sua deposizione, Cinzia avrebbe iniziato un’aggressione, spingendolo a reagire per paura, con l’utilizzo di un’arma da fuoco.

La dinamica del crimine sembra essersi sviluppata all’interno del soggiorno dell’abitazione, dove gli investigatori hanno rilevato una significativa presenza di tracce ematiche, in particolare su un divano che l’imputato avrebbe tentato, senza successo, di ripulire.

Il ritrovamento del cadavere, nudo dalla vita in giù e vestito solo con una maglietta, solleva interrogativi inquietanti e non esclude la possibilità di ulteriori, gravissime, dinamiche avvenute durante la notte.
La scoperta degli indumenti mancanti all’interno del casolare rafforza la complessità del quadro investigativo.

L’autopsia, ancora in attesa di essere fissata, si preannuncia determinante per accertare eventuali lesioni o traumi subiti dalla vittima e per chiarire definitivamente se siano state perpetrate aggressioni sessuali.
L’udienza, oltre a rappresentare una tappa fondamentale nel processo di convalida del fermo, assume un significato più ampio: quello di cercare, attraverso la parola e le prove, la verità dietro una perdita irreparabile e di garantire giustizia per Cinzia Pinna, restituendole dignità e memoria.

L’attenzione è ora concentrata sull’esito dell’autopsia e sulle ulteriori indagini che potrebbero emergere durante il processo.

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