La scoperta, avvenuta nel cuore dell’entroterra nuragico, tra le alture di Monte d’Accoddi e l’area industriale di Truncu Reale, ha scosso la comunità locale.
Un macabro ritrovamento, quello di un corpo umano in stato avanzato di decomposizione, recuperato nel pomeriggio da due escursionisti che percorrevano la strada provinciale 56.
L’identificazione, resa impossibile dalla profonda alterazione dei tessuti, ha immediatamente focalizzato l’attenzione delle autorità sulla possibile natura criminale dell’evento.
Immediato e massiccio l’intervento delle forze dell’ordine: una squadra dei Carabinieri della Compagnia di Sassari ha preso il comando della scena, coordinando le attività con la Polizia e i Vigili del Fuoco, chiamati a gestire la complessità logistica e ambientale del luogo.
Il Pubblico Ministero di turno, Ermanno Cattaneo, ha guidato un accurato sopralluogo, affiancato dal medico legale incaricato di determinare le cause del decesso e di stimare il tempo trascorso dalla morte.
La location, un’area rurale di notevole estensione, presenta un terreno impervio e una vegetazione rada, circostanze che rendono difficoltose le ricerche di eventuali tracce o indizi che possano chiarire le dinamiche che hanno portato a questo tragico epilogo.
L’ambiente, tipico del paesaggio nuragico, con i suoi dolmen e i suoi nuraghi in lontananza, contrasta violentemente con la gravità del ritrovamento, acuendo il senso di mistero che avvolge l’intera vicenda.
L’indagine, avviata con la massima urgenza, si concentrerà ora sull’analisi dei reperti prelevati sul corpo e nell’area circostante, al fine di ricostruire la sequenza degli eventi e di identificare la vittima.
Le ipotesi investigative sono molteplici e spaziano da un evento naturale, come un incidente, a un crimine volontario.
Il silenzio imposto dal luogo, segnato dal profumo della terra e dal canto dei grilli, sembra custodire un segreto oscuro che gli inquirenti dovranno svelare, per restituire alla comunità un senso di sicurezza e per garantire giustizia alla vittima.
La delicatezza del contesto, amplificata dalla presenza di siti archeologici di inestimabile valore, impone inoltre la massima attenzione nella gestione delle operazioni e nella protezione dell’ambiente circostante.