La Resistenza Sarda Contro l’Espansione di Rwm: Un’Analisi di Rischi Ambientali e Implicazioni EticheUn fronte di opposizione civile si è mobilitato davanti alla Soprintendenza dei beni ambientali e al palazzo regionale a Cagliari, manifestando una ferma contrarietà all’ampliamento dello stabilimento Rwm, una fabbrica di esplosivi situata tra Domusnovas e Iglesias, di proprietà della multinazionale tedesca Rheinmetall.
La protesta, sostenuta da organizzazioni come Cagliari Social Forum e il Comitato sardo di solidarietà con la Palestina, intercetta un momento cruciale: l’imminente decisione della Giunta regionale, vincolata da una sentenza del Tar della Sardegna, che dovrà esprimersi entro metà dicembre.
La preoccupazione principale ruota attorno a una valutazione d’impatto ambientale (VIA) che, a detta degli attivisti, appare inevitabilmente negativa.
Le criticità sollevate non si limitano a questioni tecniche, ma toccano aspetti di legalità, sicurezza e responsabilità etica.
L’espansione dello stabilimento si sviluppa in aree classificate ad alto rischio idrogeologico, zone in cui, secondo le normative vigenti, qualsiasi forma di edificazione dovrebbe essere preclusa per garantire la salvaguardia della popolazione e dell’ambiente.
Un altro punto di forte contestazione riguarda la mancata acquisizione del parere obbligatorio e vincolante della Soprintendenza di Cagliari, un elemento imprescindibile per la valutazione di interventi che impattano su beni culturali e paesaggistici.
L’assenza di un progetto unitario e organico, unito alla mancanza di una rendicontazione esaustiva degli impatti derivanti dalle numerose opere realizzate (scavi, sbancamenti, distruzione della flora, impermeabilizzazione del suolo), alimenta il sospetto di una procedura affrettata e incompleta.
La protesta si pone interrogativi scomodissimi, che interrogano l’etica amministrativa e la responsabilità politica: è possibile, per una regione con un’elevata concentrazione di infrastrutture militari, autorizzare un impianto di produzione di armi destinate all’esportazione, alimentando conflitti a livello globale? Quali sarebbero le conseguenze di un’esondazione del torrente che costeggia lo stabilimento, un evento potenzialmente devastante per le comunità locali?Al di là delle immediate preoccupazioni legate alla sicurezza e all’ambiente, la vicenda Rwm solleva questioni più ampie sul ruolo dell’Italia nel commercio internazionale di armamenti e sulla sua responsabilità nei confronti dei popoli coinvolti in guerre e conflitti.
La resistenza sarda si configura, quindi, non solo come una battaglia locale per la tutela del territorio, ma anche come un atto di opposizione a un sistema economico e politico che privilegia il profitto a scapito della pace e della giustizia ambientale.
La vigilanza civica resta l’arma più efficace per scongiurare scelte irresponsabili e per tutelare il futuro della Sardegna e del Mediterraneo.








