Un’eco di devastazione si è spenta, grazie all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine, in un’area cruciale del litorale sardo tra Terralba e Arborea.
Un trentenne, residente nella zona, è stato arrestato con l’accusa di aver appiccato cinque incendi boschivi in un arco temporale compreso tra luglio e settembre, alimentando una minaccia latente per l’ecosistema e la sicurezza delle comunità costiere.
L’accusa di incendi dolosi si basa su un quadro investigativo accurato, condotto dalla Stazione Forestale di Marrubiu e supportato dal Nucleo Investigativo di Polizia Forestale di Oristano, che ha saputo ricostruire la sequenza degli eventi e attribuire al trentenne la responsabilità di tutti i roghi.
L’arresto è stato reso possibile da un elemento probatorio particolarmente significativo: le immagini di una telecamera di sorveglianza, risalenti all’1 settembre, che immortalano il presunto piromane mentre, a bordo di un monopattino, appiccava il fuoco lungo la Strada 6 Ovest, per poi dileguarsi rapidamente.
Le fiamme, scatenate in un contesto di elevata pericolosità, con codici arancione e rosso che segnalavano condizioni meteorologiche particolarmente critiche, hanno rappresentato un pericolo imminente per abitazioni, attività agricole, infrastrutture vitali, la viabilità locale e la borgata marina di Marceddì, meta estiva particolarmente frequentata.
La rapidità di risposta del sistema regionale antincendio, un meccanismo complesso che coinvolge diverse competenze e risorse, ha limitato i danni a un solo ettaro di territorio, prevenendo una catastrofe potenzialmente di proporzioni ben maggiori.
Le indagini hanno rivelato che l’azione del piromane non era casuale, bensì mirava alla distruzione deliberata della pineta litoranea, un habitat fragile e di inestimabile valore ecologico, fondamentale per la protezione della costa e la biodiversità locale.
Questo elemento suggerisce una premeditazione e una conoscenza del territorio che richiedono un’analisi più approfondita delle motivazioni alla base di tale gesto.
Il soggetto, inoltre, risulta essere già noto alle forze di polizia, sollevando interrogativi sulla sua storia e sulle possibili cause che lo hanno spinto a compiere tali azioni.
“Abbiamo scongiurato conseguenze di gravissimo impatto sull’ambiente e sulla sicurezza pubblica,” ha dichiarato il direttore del Servizio Territoriale del Corpo forestale di Oristano, Michele Chessa, sottolineando l’importanza di un impegno costante nella tutela del territorio.
La vicenda evidenzia la necessità di rafforzare i sistemi di prevenzione incendi, di promuovere una maggiore consapevolezza dei rischi e di intensificare le attività di controllo e monitoraggio del territorio, in un’ottica di collaborazione sinergica tra le istituzioni, le forze dell’ordine e la comunità locale.
L’episodio, inoltre, richiama l’attenzione sulla delicatezza dell’equilibrio ecologico che caratterizza l’ambiente sardo, un patrimonio da proteggere con rigore e determinazione.