La Sardegna affronta una crisi idrica di portata significativa, che si manifesta con particolare acuziezza nelle aree meridionali e nel Sulcis, ma che coinvolge quasi l’intera isola.
 Un quadro d’emergenza che contrasta con le aree dell’Olgastra, parte del Nuorese e la Gallura, che presentano una situazione relativamente più stabile.
 I dati più recenti dell’autorità di bacino delineano un quadro preoccupante: gli invasi sardi si attestano a un tasso di riempimento del 39,2%, corrispondente a 716,23 milioni di metri cubi su una capacità totale autorizzata di 1824 milioni.
 Questo dato, se confrontato con il passato, rivela un progressivo e allarmante deterioramento: nel settembre di dieci anni fa, le dighe contenevano il 58% della risorsa, mentre nel 2020, anno segnato da eventi meteorologici estremi, la percentuale si attestava al 61%.
Le aree dell’alto Cixerri e alcune zone del Sulcis versano in condizioni di vera e propria emergenza idrica, accentuata da un rischio elevato e persistente.
 Questo scenario si configura in un contesto di restrizioni idriche ancora in vigore, un freno significativo per l’attività agricola e zootecnica.
 L’associazione Coldiretti di Cagliari lancia un nuovo, urgente allarme, evidenziando la necessità imprescindibile di interventi strutturali e mirati per assicurare la resilienza del sistema idrico e tutelare la capacità degli agricoltori di pianificare le proprie attività.
Secondo il presidente Giorgio Demurtas e il direttore Giuseppe Casu, le soluzioni di pronto intervento si sono dimostrate insufficienti per affrontare la radice del problema.
Il settore agro-pastorale del Sud Sardegna si trova a fronteggiare un periodo di profonda incertezza, una situazione che non è più sostenibile.
 “Le soluzioni tampone non stanno producendo i risultati sperati,” dichiara Demurtas, sottolineando la necessità di un piano strategico per il potenziamento degli invasi, per aumentarne la capacità di stoccaggio e per lo sviluppo di infrastrutture che consentano l’interconnessione dei bacini idrici.
 Solo attraverso un approccio integrato e a lungo termine sarà possibile garantire stabilità alle imprese agricole e, conseguentemente, all’intera comunità sarda.
Coldiretti accoglie con favore l’intervento della Regione, che ha affidato al Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale la gestione delle opere incluse nel distretto irriguo del comprensorio di Ballao.
 “È un segnale incoraggiante e di attenzione al ruolo degli agricoltori e del Consorzio di Bonifica,” afferma il direttore Casu.
  L’esempio deve essere esteso a tutto il territorio perché restituire centralità ai Consorzi significa restituire agli agricoltori il diritto di decidere il proprio futuro.
 I Consorzi, nati e radicati nel territorio, possiedono una conoscenza approfondita delle reali necessità e possono operare con una velocità e un’efficacia superiori rispetto alle strutture burocratiche, spesso percepite come distanti dalle esigenze delle imprese agricole.
 Questa devoluzione di potere decisionale rappresenta un passo fondamentale per garantire una gestione più efficiente e sostenibile delle risorse idriche in Sardegna.



 
                                    


