lunedì 28 Luglio 2025
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Sardegna in fiamme: 25 incendi devastano l’isola

La giornata odierna si è tinta di fumo e apprensione in Sardegna, teatro di una drammatica escalation di incendi che hanno messo a dura prova le risorse e la resilienza del territorio.
Ben venticinque focolai hanno infiammato la regione, un numero allarmante che ha richiesto l’impiego massiccio di mezzi aerei, terra e personale specializzato.
La situazione, aggravata dalle elevate temperature e dalle forti raffiche di vento, ha evidenziato la crescente vulnerabilità del paesaggio sardo di fronte agli eventi estremi, un campanello d’allarme che sollecita riflessioni urgenti sulla prevenzione e gestione del rischio incendi.

L’incendio più significativo, quello di Ales, in agro di Perda Casteddu, ha impiegato due Canadair per essere arginato, testimoniando la sua vastità e intensità.
Le operazioni, condotte dal Corpo Forestale di Ales, hanno visto la sinergia di elicotteri di Fenosu (SuperPuma), Bosa, Farcana e Alà dei Sardi (SuperPuma), un’efficace dimostrazione di coordinamento tra diverse unità operative.
Un complesso sforzo congiunto ha coinvolto vigili del fuoco, squadre dell’Agenzia Forestas provenienti da Morgongiori, Pau e Usellus, e il supporto cruciale dei volontari di Senorbì e Siurgus Donigala, testimoniando l’impegno corale della comunità sarda.

Un altro incendio di rilievo si è sviluppato a Codrongianos, nella località di Matta Chivasu, dove il personale del CFVA di Ploaghe ha diretto le operazioni di spegnimento, integrando l’intervento di un elicottero dalla base di Anela.

L’azione coordinata ha visto il contributo di squadre di Forestas provenienti da Ploaghe, Ardara e Osilo, supportate dai barracelli di Muros e dai vigili del fuoco di Sassari.

La rapidità di risposta e l’efficacia dell’azione sul campo hanno giocato un ruolo determinante nel limitare la propagazione delle fiamme.
La localizzazione di Carloforte, in località M.
Giannurango, ha visto l’intervento di personale proveniente da Sant’Antioco, coadiuvato da un elicottero proveniente dalle basi di Pula e Villasalto, sottolineando l’importanza di una risposta tempestiva e capillare su tutto il territorio regionale.

Oltre a questi eventi principali, numerosi altri focolai hanno infiammato diverse aree, tra cui Ales (località Castello Barumele), San Giovanni Suergiu (località Is Cordeddas), Assemini (località Flumini Mannu) e Jerzu (località Nuraghe Ulei).

La molteplicità degli incendi ha reso la gestione della crisi particolarmente complessa, richiedendo una costante riallocazione delle risorse e una valutazione continua della situazione.

La risposta a questa emergenza incendiaria non può essere considerata unicamente come un’operazione di spegnimento.
È fondamentale una riflessione approfondita sulle cause che hanno portato a questo scenario, che spaziano dall’abbandono dei terreni agricoli, alla siccità prolungata, all’aumento delle temperature globali, fino al rischio di comportamenti negligenti o dolosi.
Strategie di prevenzione più efficaci, che coinvolgano la sensibilizzazione della popolazione, il monitoraggio costante del territorio, la gestione sostenibile delle risorse forestali e l’adozione di misure di prevenzione attiva, sono essenziali per ridurre il rischio di incendi futuri e proteggere il patrimonio naturale e culturale della Sardegna.
L’evento di oggi evidenzia l’urgenza di un approccio integrato e multidisciplinare, che coinvolga istituzioni, comunità locali, ricercatori e operatori del settore, per affrontare questa sfida complessa e garantire un futuro più sicuro e resiliente per l’isola.

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