L’isola di Sardegna, palcoscenico di una drammatica emergenza ambientale, si è trovata a fronteggiare un’ondata di incendi devastanti, acuita da un’eccezionale combinazione di fattori climatici e meteorologici. L’impennata delle temperature, costantemente al di sopra dei 40 gradi Celsius, ha creato un ambiente altamente infiammabile, mentre le raffiche di vento, impetuose e pervasivi su tutto il territorio regionale, hanno alimentato le fiamme, propagandole con una velocità allarmante.Il bilancio è pesante: ventiquattro focolai attivi hanno insanguinato il paesaggio sardo, manifestando una gravità particolarmente intensa nel nord-ovest dell’isola. La borgata di Santa Maria La Palma, in prossimità di Alghero, è stata epicentro di un incendio di vaste proporzioni, le cui lingue di fuoco hanno minacciato direttamente la Riviera del Corallo, costringendo alla chiusura temporanea dell’aeroporto. La colonna di fumo, densa e soffocante, ha compromesso la visibilità al di sotto delle soglie operative per l’aviazione civile, generando inevitabili ripercussioni sulla mobilità aerea. I voli diretti verso Alghero sono stati prontamente deviati verso gli aeroporti di Cagliari e Olbia, causando notevoli disagi e frustrazione per migliaia di passeggeri.L’incendio, estendendosi sulle campagne circostanti, ha inciso pesantemente sul tessuto socio-economico della regione. La zona di Santa Maria La Palma, caratterizzata da un’alta densità abitativa e da una significativa presenza di attività agricole, ha richiesto l’evacuazione preventiva di numerose abitazioni e strutture produttive, testimonianza della precarietà in cui versano intere comunità. La lotta contro le fiamme ha visto il dispiegamento massiccio di risorse umane e materiali. Squadre di vigili del fuoco, Corpo Forestale e Protezione Civile hanno operato incessantemente a terra, affiancati da un complesso sistema di mezzi aerei. Elicotteri, inclusi modelli Superpuma, e un Canadair partito da Genova, hanno contribuito a spegnere i roghi dall’alto, ma l’impegno è stato ostacolato dalla persistenza del vento e dalla complessità del territorio.La situazione non è stata meno critica in altre aree dell’isola. Incendi si sono sviluppati nell’agro di Ozieri, lambendo un quartiere residenziale, nel territorio di Ossi, a Muros e nelle campagne di Ittiri. Anche il sud Sardegna ha subito danni significativi, con focolai attivi nei comuni di Quartucciu e Villacidro.L’emergenza, che mette in luce la crescente vulnerabilità del territorio sardo ai cambiamenti climatici e all’aumento del rischio incendi, solleva interrogativi urgenti sulla necessità di rafforzare le misure di prevenzione, di implementare strategie di gestione del territorio più efficaci e di promuovere una maggiore consapevolezza dei rischi ambientali tra la popolazione. La resilienza dell’isola e la protezione del suo patrimonio naturale e culturale dipendono da un impegno congiunto e continuativo da parte di istituzioni, comunità e singoli cittadini.
Sardegna in fiamme: emergenza incendi e allarme climatico
Pubblicato il
