lunedì 28 Luglio 2025
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Sardegna in fiamme: ferite profonde e un futuro da salvare.

La recente ondata di incendi che ha colpito i comuni di Serramanna e Villasimius rappresenta una profonda ferita per la Sardegna, un territorio già segnato da una storia di fragilità ambientale e sociale.

La devastazione materiale, le perdite di biodiversità e l’impatto emotivo sulle comunità colpite trascendono il semplice conteggio dei danni: si tratta di una lesione alla dignità della nostra terra, un patrimonio inestimabile che ci è stato affidato.

Il dolore espresso dal Segretario Generale della Cei e Arcivescovo di Cagliari, Monsignor Giuseppe Baturi, riflette la costernazione di un’intera comunità ecclesiale, profondamente turbata non solo per le perdite immediate, ma anche per le conseguenze morali e spirituali di una tragedia di tale portata.
La Chiesa, in questo momento di lutto e di angoscia, offre il suo sostegno a tutte le persone coinvolte, riconoscendo il valore imprescindibile dell’impegno instancabile dei Vigili del Fuoco, dei volontari e delle Forze dell’Ordine, che con coraggio e abnegazione si sono prodigati per fronteggiare l’emergenza.

Tuttavia, la persistenza di questi eventi catastrofici non può essere semplicemente interpretata come una serie di sfortunati incidenti.
Rappresenta piuttosto una sintesi drammatica di problematiche complesse e interconnesse.

Dietro il fumo e le fiamme si celano la speculazione edilizia incontrollata, l’abbandono delle aree interne, la gestione inadeguata del territorio, la scarsa manutenzione della vegetazione e, non ultimo, l’aggravante del cambiamento climatico che esacerba le condizioni di siccità e rende il paesaggio sempre più vulnerabile.
È imperativo riconoscere che la responsabilità non è di una sola persona o di una sola istituzione.
È una responsabilità diffusa, che investe ogni cittadino, ogni ente locale, ogni decisore politico.

La custodia del creato non è un optional, ma un dovere morale e spirituale.

Richiede una profonda revisione dei nostri stili di vita, delle nostre scelte economiche, dei nostri modelli di sviluppo.

La Sardegna, terra di antica saggezza e di profondo legame con la natura, ha la capacità di risorgere dalle proprie ceneri, ma solo se saprà abbracciare un percorso di riconversione ecologica e di giustizia sociale.
Un cammino che implichi la promozione di un’agricoltura sostenibile, la valorizzazione delle risorse locali, la lotta contro l’illegalità, l’educazione alla responsabilità ambientale e la promozione di una cultura della prevenzione.

In questo momento di dolore e di riflessione, è fondamentale che la comunità sarda si unisca in un solido fronte di solidarietà e di impegno civico.

La preghiera, l’azione, il dialogo costruttivo, la ricerca di soluzioni innovative: sono gli strumenti che ci consentiranno di proteggere la nostra terra, di ricostruire il nostro futuro e di onorare la memoria di coloro che hanno subito le conseguenze di questa tragedia.
Non possiamo permettere che l’inerzia e l’indifferenza prevalgano.
Dobbiamo agire, ora, con la consapevolezza che il destino della Sardegna è nelle nostre mani.

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