L’isola di Sardegna, un crogiolo di tradizioni millenarie e paesaggi mozzafiato, si rivela ancora una volta scrigno di segreti legati alla longevità.
I primi risultati dello studio SABA (Sardinia Aging Biomarkers Analysis), frutto della collaborazione tra la startup Nuraxi e l’Università di Sassari, proiettano una luce inedita sui fattori che contribuiscono a una vita più lunga e in salute, delineando un quadro complesso e affascinante.
Lo studio, che ha coinvolto un campione di 1500 residenti sardi attraverso l’utilizzo di dispositivi di monitoraggio biometrico, evidenzia una marcata differenza rispetto agli standard globali.
I partecipanti sardi, in media, compiono ben 10.264 passi al giorno, superando significativamente i dati raccolti in studi comparativi internazionali, sia europei che statunitensi.
Questa elevata attività fisica quotidiana, che riflette uno stile di vita intrinsecamente più attivo e legato al territorio, si pone come un elemento cruciale, ma non esclusivo, nella comprensione della longevità sarda.
Al di là del movimento, i dati SABA suggeriscono un legame profondo tra benessere psicologico, relazioni sociali e salute cardiovascolare.
L’analisi preliminare indica che una vita caratterizzata da un tessuto relazionale solido e da un minore carico di stress potrebbe rappresentare un fattore protettivo fondamentale, interagendo sinergicamente con l’attività fisica.
La resilienza allo stress, ereditata forse da generazioni che hanno affrontato sfide ambientali e socio-economiche, emerge come un elemento distintivo.
Le differenze di genere rivelano ulteriori sfumature.
Gli uomini si dimostrano più attivi in termini di passi compiuti, indicando forse una maggiore propensione a lavori manuali o ad attività all’aperto.
Al contrario, le donne registrano tempi di sonno più prolungati, suggerendo un’importanza cruciale del riposo per il loro benessere, sebbene presentino livelli di stress percepito più elevati e una frequenza cardiaca a riposo leggermente superiore, potenziali indicatori di una maggiore vulnerabilità cardiovascolare che richiedono un’attenta valutazione.
Lo studio non mira a identificare i sardi più longevi, bensì a tracciare profili di rischio individuali e a definire strategie di prevenzione personalizzate.
In questo contesto, Nuraxi ha sviluppato Nora, un assistente di salute basato sull’intelligenza artificiale, progettato per analizzare i dati biometrici e comportamentali dei pazienti, fornendo raccomandazioni mirate e supporto per la gestione della salute.
Ugo Faraguna, Professore di Neurofisiologia dell’Università di Pisa e referente scientifico dello studio, sottolinea l’importanza di un approccio multidisciplinare e la necessità di continuare la ricerca per confermare i risultati preliminari.
Lo studio SABA, con la sua prospettiva unica e multiforme, promette di fornire una “verifica strumentale senza precedenti” di alcune ipotesi chiave sulla longevità, aprendo la strada alla formulazione di una “ricetta” per una vita lunga e di qualità, che possa andare ben oltre la semplice identificazione di fattori di rischio e abbracciare un approccio olistico che tenga conto non solo della componente biologica, ma anche di quella sociale, psicologica e ambientale.
La ricerca continua, con la prospettiva di svelare ulteriori elementi di questo affascinante enigma, testimoniando il potenziale inespresso dell’ingegno umano nel comprendere e ottimizzare il percorso della vita.






