domenica 24 Agosto 2025
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Cagliari

Sardegna, ridimensionati i presidi antinquinamento: rischio ambientale in aumento.

La Sardegna si appresta ad affrontare un significativo ridimensionamento del suo sistema di monitoraggio e intervento in caso di emergenze ambientali marine.
A partire dal 1° settembre, due dei cinque presidi antinquinamento attualmente operativi lungo la costa sarda, situati nei porti di Arbatax e Oristano, saranno dismessi per decisione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
La notizia, diffusa dal segretario generale della Filt Cgil, Arnaldo Boeddu, solleva serie preoccupazioni riguardo alla vulnerabilità dell’ecosistema marino e all’impatto socio-economico per le comunità locali.

Fino alla scadenza del 31 agosto, la rete di presidi antinquinamento, strategicamente posizionati nei porti di Arbatax, Cagliari, Golfo Aranci, Oristano e Porto Torres, garantiva una risposta tempestiva in caso di sversamenti o altre emergenze.
La prassi prevedeva una decisione ministeriale entro il 12 agosto per la proroga delle convenzioni, ma tale pronuncia non è ancora pervenuta, lasciando l’eliminazione delle motonavi di Arbatax e Oristano come certezza.

La decisione, secondo il sindacato, non si limita a compromettere la salvaguardia ambientale.
Si prevede una perdita di competenze specialistiche e opportunità di lavoro, penalizzando ulteriormente un territorio già fragile.
L’efficacia del servizio antinquinamento è intimamente legata alla sua prossimità ai potenziali siti di rischio.
La distanza geografica tra i porti di Arbatax e Oristano e le sedi dei presidi rimanenti, Cagliari e Golfo Aranci, implica tempi di intervento di dieci o quindici ore, un lasso di tempo critico in cui un disastro ambientale potrebbe aggravarsi irreparabilmente, con la contaminazione di vaste aree marine.
Il sindacato critica aspramente la scelta ministeriale, definendola miope e irresponsabile, soprattutto considerando la particolare esposizione della Sardegna a rischi ambientali e la sua rilevanza economica legata al turismo costiero.

Le accuse si focalizzano sulla potenziale priorità data ad altre regioni, in vista di elezioni regionali, a discapito della protezione ambientale sarda.

Il segretario Boeddu ha annunciato l’avvio di un’azione congiunta, in collaborazione con amministrazioni locali (sindaci, consiglieri regionali e provinciali), per sollecitare una revisione della decisione ministeriale e il mantenimento dei presidi antinquinamento come elemento cruciale per la tutela del patrimonio marino sardo.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare le autorità competenti sulla necessità di garantire una protezione efficace e capillare delle coste sarde, preservando al contempo le opportunità di lavoro e la qualità della vita delle comunità locali.
La questione si configura come una sfida cruciale per la sostenibilità ambientale ed economica della Sardegna.

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