La rete ferroviaria sarda ha subito un duro colpo a seguito dello sciopero generale indetto dalla CGIL, con ripercussioni immediate sulla mobilità pendolare e sui collegamenti interprovinciali.
La prima fascia oraria, cruciale per i flussi mattutini, ha visto la cancellazione di una dozzina di treni, evidenziando le difficoltà incontrate da numerosi viaggiatori che si spostano tra le principali città dell’isola.
In particolare, i collegamenti vitali tra Cagliari e Sassari, pilastro per i commuters e i collegamenti con la hinterland, e la tratta verso San Gavino, punto nodale per diverse comunità locali, sono stati interrotti, creando un vuoto nella rete di trasporti pubblici.
La decisione dello sciopero, motivata da rivendicazioni sindacali ancora da definire nei dettagli, ha messo in luce la fragilità del sistema ferroviario sardo, già provato da anni di investimenti insufficienti e da una manutenzione spesso deficitaria.
La garanzia dei servizi essenziali, pur formalmente prevista, non è stata sufficiente a mitigare completamente l’impatto sulla popolazione.
Contrariamente a quanto accaduto sui binari, il settore aereo ha mantenuto una relativa stabilità.
I collegamenti aerei che servono i tre aeroporti sardi – Cagliari, Olbia e Alghero – sono rimasti regolari, assicurando la continuità territoriale, un aspetto cruciale per l’economia e la connessione dell’isola con il resto d’Italia e l’Europa.
Questa relativa normalità nel settore aereo sottolinea la diversificazione delle modalità di trasporto verso la Sardegna, evidenziando però anche la disparità di resilienza tra i diversi mezzi di trasporto.
Anche il trasporto su gomma ha mostrato un quadro variegato.
A Cagliari, la situazione è apparsa inizialmente tranquilla, senza interruzioni significative del servizio autobus.
Tuttavia, l’astensione dal lavoro di alcuni autisti all’interno dell’azienda regionale dei trasporti, l’ARST, suggerisce una potenziale escalation del disagio, anche se al momento non ha determinato evidenti ripercussioni per studenti e altri passeggeri.
La situazione complessiva rimane quindi in evoluzione, con la possibilità di ulteriori sviluppi a seconda delle dinamiche negoziali tra sindacati e datore di lavoro.
Il futuro dei trasporti in Sardegna appare quindi appeso a un delicato equilibrio, dove la garanzia dei diritti dei lavoratori si scontra con la necessità di assicurare un servizio efficiente e affidabile per la collettività.






