Il 9 luglio, un semplice colloquio telefonico si è trasformato nel punto di rottura di un’esistenza, precipitando una famiglia cagliaritana in un vortice di angoscia e incertezza.
Valentina Greco, 42 anni, si è volatilizzata da Sidi Bou Said, in Tunisia, lasciando dietro di sé un silenzio assordante e un’assenza che pesa come un macigno sui genitori, Giovanni Greco e Roberta Murru.
La coppia, da anni gestisce un’edicola storica nel cuore di Cagliari, in via Is Mirrionis, un’attività radicata nel tessuto sociale della città, ora offuscata dalla paura per la figlia perduta.
L’ultimo contatto, un messaggio apparentemente banale riguardante un guasto alla linea telefonica, ora si configura come un’eco dolorosa, un promemoria tangibile della fragilità dell’esistenza e della precarietà dei legami.
Il tempo, da allora, scorre inesorabile, scandito da notti insonni e pasti inghiottiti a fatica, un’agonia quotidiana aggravata dall’assenza di notizie concrete.
Gli sforzi per rintracciare Valentina si sono rivelati vani: il cellulare risulta irraggiungibile, le piattaforme di messaggistica silenziose, le email inesplorate.
La scomparsa di Valentina non può essere disgiunta dalla sua storia personale, segnata da un evento traumatico che l’ha resa profondamente vulnerabile.
Anni addietro, mentre viveva a Roma, una grave embolia polmonare l’ha proiettata sull’orlo del baratro, salvata dal destino per un soffio.
Da allora, la sua vita è costellata dalla necessità di una terapia anticoagulante, un regime farmacologico imprescindibile che la espone a rischi specifici.
La preoccupazione primaria dei genitori è che, in caso di un incidente, anche banale, la sua condizione preesistente potrebbe aver complicato ulteriormente la situazione.
L’ambasciata italiana, garante della tutela dei cittadini all’estero, rassicura sulla tempestività con cui vengono avvisati in caso di ricovero ospedaliero.
Tuttavia, la possibilità che Valentina si trovi in stato di incoscienza, privandola della capacità di comunicare, alimenta il timore che sia ricoverata in una struttura sanitaria senza che i suoi cari possano essere informati.
La vicenda trascende la semplice scomparsa di una persona; è un dramma che interroga sul delicato equilibrio tra libertà individuale, responsabilità genitoriale e imprevedibilità del destino.
La speranza, fragile ma ostinata, continua ad ardere nei cuori di Giovanni e Roberta, alimentata dalla fede nella possibilità di un ritorno, di un abbraccio ritrovato, di un silenzio infranto da una voce familiare.