sabato 6 Settembre 2025
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Scuole in Sardegna, emergenza dirigenti: rischio dispersione educativa.

La riapertura delle scuole in Sardegna, prevista per il 15 settembre, si prospetta offuscata da una problematica strutturale che mina la stabilità e la continuità del sistema educativo: la carenza di dirigenti scolastici titolari.
Il coordinamento dei presidenti dei consigli d’istituto sarda ha sollevato un campanello d’allarme, evidenziando una situazione critica con ben 24 istituti secondari superiori privi di una guida stabile, in un contesto in cui il numero di posti messi a concorso risulta insufficiente – solo 11 – per colmare questo vuoto.
La carenza non si traduce semplicemente in numeri; si manifesta concretamente nell’affidamento, per l’intero anno scolastico, di ben 13 istituti, principalmente localizzati in aree periferiche e svantaggiate, a figure di reggenza.
Questa soluzione temporanea, pur riconoscendo l’impegno delle autorità regionali, si rivela inadeguata a risolvere un problema che affonda le sue radici in scelte normative e politiche di ampio respiro.
Le cause di questa situazione complessa sono molteplici e intrecciate.
La legge finanziaria del 2022 ha introdotto una riduzione progressiva del numero complessivo di dirigenti scolastici, un provvedimento apparentemente volto all’ottimizzazione delle risorse, ma che ha innescato una reazione a catena di conseguenze negative.

A questa misura si è aggiunta l’implementazione della riforma sul dimensionamento delle autonomie scolastiche, un processo che ha portato all’accorpamento di istituti e alla loro riduzione, alterando la geografia scolastica e mettendo a dura prova la capacità di gestione e l’efficacia dell’azione educativa.
L’impatto di questa carenza di leadership stabile è profondo e variegato.
La discontinuità gestionale crea incertezza, compromette la pianificazione a lungo termine e rende più difficile l’implementazione di progetti innovativi.
Le difficoltà organizzative impattano negativamente sulla qualità dell’offerta formativa e sulla capacità di rispondere efficacemente alle esigenze specifiche degli studenti.

Il rischio più grave, tuttavia, è quello della dispersione educativa, soprattutto nelle aree più fragili del territorio, dove la presenza di figure di riferimento costanti e competenti è fondamentale per garantire a tutti pari opportunità di crescita e sviluppo.

Il coordinamento dei presidenti dei consigli d’istituto sottolinea la necessità di un cambiamento di paradigma nella governance del sistema scolastico sardo.

Non si tratta di semplici misure tampone o di interventi localizzati, ma di una riflessione seria e condivisa che coinvolga tutti gli attori del sistema, dalle istituzioni centrali alle realtà territoriali.

La proposta chiave è di riconoscere e rafforzare il ruolo delle regioni nella definizione del numero e della distribuzione delle autonomie scolastiche, superando una visione centralizzata che non tiene conto delle peculiarità e delle esigenze specifiche del territorio sardo.

Un approccio più flessibile e sensibile alle diversità locali permetterebbe di ottimizzare la distribuzione delle risorse, promuovere uno sviluppo coerente sul piano culturale, educativo ed economico e, soprattutto, garantire a ogni studente la possibilità di realizzare il proprio potenziale.
In sintesi, si auspica un modello di governance scolastica che sia veramente al servizio del territorio e della sua gente.

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