L’analisi condotta da Tuttoscuola mette a fuoco una problematica strutturale che affligge il patrimonio edilizio scolastico sardo, collocando la regione agli ultimi posti a livello nazionale per certificazioni di sicurezza e conformità.
Questa situazione, lungi dall’essere un semplice dato statistico, rappresenta una profonda falla nella tutela della sicurezza e del benessere degli studenti e del personale docente, esacerbata da una storia di investimenti che, a giudizio delle organizzazioni sindacali Cgil e Flc, non hanno prodotto i risultati sperati.
Il quadro è particolarmente allarmante se si considera l’evoluzione nel tempo.
Un’indagine del 2002, condotta dalla Flc Cgil nazionale, stimava che il 15,5% degli edifici scolastici sardi possedesse la certificazione di agibilità.
Il recente report di Tuttoscuola, però, attesta un calo a soli il 14,2%, un dato che suggerisce non solo una stagnazione, ma una progressiva erosione degli standard di sicurezza.
La situazione attuale vede solo il 2,1% degli edifici scolastici (pari a 34 istituti su un totale di 1645) in possesso delle cinque certificazioni necessarie, un dato che pone la Sardegna in una posizione di grave disagio, superata solo dal Lazio.
La realtà per la stragrande maggioranza, ben 1611 edifici, è ancora più preoccupante: il 14,6% è privo di qualsiasi certificazione, mentre l’85,4% presenta lacune significative.
L’impiego di risorse finanziarie, provenienti da progetti come Iscol@ e, più recentemente, dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), non ha contribuito a invertire questa tendenza.
Mentre la Regione sta programmando l’utilizzo di fondi Fesr 2021-2027 per un piano straordinario di edilizia scolastica, è cruciale analizzare le cause di questo persistente sottodimensionamento.
Dei 760 progetti finanziati con fondi PNRR in Sardegna, il 27% (206 progetti) è specificamente dedicato alla sicurezza e alla riqualificazione degli edifici scolastici, con una dotazione finanziaria di 186 milioni di euro, di cui una parte è già in fase di erogazione.
Tuttavia, l’assenza di progressi significativi dal 2002 solleva interrogativi cruciali.
Cgil e Flc sottolineano la necessità di identificare le criticità che ostacolano l’efficace utilizzo delle risorse e il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
È imperativo un’analisi approfondita dei processi, dalla progettazione all’esecuzione dei lavori, per individuare eventuali colli di bottiglia o inefficienze.
Si rende necessario un supporto mirato alle amministrazioni locali, spesso gravate da risorse umane e competenze limitate, per facilitare l’attuazione dei progetti e garantire il rispetto degli standard di sicurezza.
Un tavolo di confronto specifico con la Regione, che coinvolga tutti gli attori rilevanti – sindacati, amministrazioni locali, tecnici e rappresentanti della comunità scolastica – si configura come uno strumento indispensabile per affrontare la questione in modo costruttivo e trovare soluzioni concrete.
La priorità deve essere la tutela della sicurezza e del diritto allo studio, garantendo agli studenti sardi un ambiente scolastico moderno, sicuro e all’altezza delle sfide del futuro.