Un monito solenne si leva dalla Sardegna: il Difensore Civico, Marco Enrico, lancia un appello vibrante e plurale per contrastare il femminicidio, proponendo un gesto simbolico per la Giornata Internazionale del 25 novembre, dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne.
L’iniziativa, chiamata “Posto Occupato”, intende materializzare l’assenza irreparabile di vite spezzate, posizionando sedie vuote in luoghi pubblici di ogni genere – dagli uffici governativi alle sedi di eventi culturali e assemblee – corredate da cartelli anche nella lingua sarda, per onorare la memoria delle vittime.
Il contesto è drammatico: l’Italia registra un bilancio tragico di 111 donne assassinate nell’ultimo anno, con la stragrande maggioranza delle vittime (59) cadute per mano di partner o ex partner.
La spirale di violenza non mostra segni di arresto, con un numero allarmante di 40 donne già perse nei soli primi sei mesi del 2025.
Questi numeri non sono semplici statistiche, ma rappresentano un fallimento collettivo, un monito inequivocabile sulla profonda disuguaglianza di genere che ancora permea la società.
“Posto Occupato” non è solo un’azione commemorativa, ma un atto di resistenza e di profonda riflessione.
Rappresenta una rivendicazione di spazio, di dignità e di memoria per donne private della possibilità di realizzare il proprio futuro.
La sedia vuota è un silenzio assordante che grida la responsabilità di ciascuno di noi, invitando a interrogarsi sulle cause profonde di questa violenza sistemica.
Il Difensore Civico va oltre l’iniziativa simbolica, esortando le istituzioni a legare il proprio patrocinio per il 25 novembre all’adesione al progetto.
Questo condizionamento rappresenta un segnale di impegno concreto, una presa di posizione netta contro una cultura che ancora giustifica o minimizza la violenza maschile.
L’appello è rivolto a tutti: cittadini, associazioni, scuole, imprese.
Ogni gesto, per quanto piccolo, può contribuire a creare una cultura del rispetto e della parità.
Non si tratta solo di ricordare le vittime, ma di agire concretamente per prevenire nuove tragedie.
Educazione, sensibilizzazione, supporto alle donne vittime di violenza, promozione di modelli di mascolinità positivi: sono questi i pilastri di una società veramente giusta e inclusiva.
La lettera del Difensore Civico è un invito a un cambiamento profondo, un impegno a costruire un futuro in cui ogni donna possa vivere libera dalla paura e dalla violenza, un futuro in cui il silenzio delle sedie vuote non sia più la triste colonna sonora delle nostre giornate.
È un appello all’umanità, alla responsabilità condivisa, alla speranza di un domani migliore.






