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venerdì 24 Ottobre 2025

Sequestrato Caffè a Cagliari: condizioni igieniche disastrose

Un laboratorio di torrefazione e somministrazione di caffè nel cuore del quartiere Stampace, a Cagliari, è stato posto sotto sequestro dai Carabinieri del Nas, a seguito di un’ispezione che ha rivelato condizioni igienico-sanitarie drasticamente al di sotto degli standard minimi previsti dalla legge.
L’attività, che mirava a offrire un prodotto di alta qualità, si è rivelata compromessa da una gestione superficiale delle pratiche igieniche e dalla mancanza di protocolli di sicurezza alimentare.

L’indagine del Nas ha portato all’identificazione di aree critiche, in particolare una soppalco di circa 17 metri quadrati, adibito alla torrefazione, e un locale adiacente, in diretta connessione con l’impianto idrico potabile.

Queste zone presentavano un degrado significativo, caratterizzato da una marcata carenza di manutenzione e una totale assenza di pulizia regolare.
La presenza di materiali inerti come libri, utensili obsoleti, attrezzature inutilizzate e scarti metallici, privi di qualsiasi rilevanza nel processo di lavorazione, ha contribuito a creare un ambiente insalubre e potenzialmente contaminante.
Particolarmente allarmante si è rivelata la condizione dei pavimenti nella zona di torrefazione, ricoperti da un denso strato di polvere mescolata a residui di lavorazione del caffè, vecchi imballaggi non rimossi e accumuli di materiale organico.
Questo scenario ha sollevato seri dubbi sulla capacità di garantire la sicurezza alimentare e prevenire la proliferazione di agenti patogeni.
La gravità della situazione ha portato i Carabinieri a disporre il sequestro dell’intera attività e a contestare al titolare una serie di violazioni.

Queste includono la mancata esecuzione di pulizie ordinarie e straordinarie, l’assenza di un piano di autocontrollo igienico (Haccp) e l’omissione nell’applicazione delle procedure previste dal piano stesso.

La mancanza di un sistema Haccp, fondamentale per tracciare la filiera e monitorare i rischi, ha rappresentato una grave lacuna nella gestione della sicurezza alimentare.
Il sequestro ha interessato anche un quantitativo significativo di caffè, pari a 920 chilogrammi, suddiviso tra grani in sacchi (490 kg) e prodotto già macinato e pronto per la vendita.

Il valore complessivo della merce confiscata è stimato in circa 50.000 euro, una perdita economica significativa per il titolare, ma un costo inferiore rispetto ai rischi per la salute pubblica che la situazione avrebbe potuto generare.

Le sanzioni amministrative irrogate ammontano a 5.000 euro, una somma che, seppur rilevante, non può essere considerata sufficiente a scoraggiare pratiche così pericolose.
L’episodio sottolinea l’importanza cruciale di controlli regolari e di una rigorosa applicazione delle normative in materia di sicurezza alimentare, a tutela della salute dei consumatori e della salvaguardia della reputazione dell’intera filiera del caffè.

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