La comunità cagliaritana è stata scossa da un evento tragico che ha coinvolto Vittorio Pilloni, un uomo di 83 anni, noto per la sua passione per il mare e l’immersione in apnea.
La mattina del [Data – da inserire], intorno alle 10:30, una chiamata alla sala operativa della Guardia Costiera ha innescato una complessa operazione di soccorso nel tratto costiero di Capo Sant’Elia, un luogo particolarmente apprezzato per la sua bellezza paesaggistica e la ricchezza dei suoi ecosistemi marini.
L’allarme era scaturito dalla prolungata assenza in superficie di un sub che si era immerso per una sessione di pesca sportiva.
La rapidità di risposta delle autorità è stata esemplare: immediatamente mobilitato un primo mezzo navale della Polizia Municipale, presente nella zona, seguito dall’invio di due motovedette della Guardia Costiera, equipaggiate con personale specializzato del quarto nucleo subacqueo, e un’unità dei Vigili del Fuoco, testimoniando l’impegno congiunto delle forze dell’ordine per fronteggiare l’emergenza.
Le operazioni di ricerca, condotte in condizioni marine che richiedevano particolare attenzione, hanno portato al ritrovamento del corpo di Pilloni sul fondale, a breve distanza dalla riva.
Le prime indicazioni suggeriscono un decesso dovuto a un malore improvviso, un evento purtroppo non raro in queste attività, anche per sub esperti.
La constatazione del decesso è stata confermata in loco, dopo di che la salma è stata affidata alla cura dei familiari, in un momento di profondo dolore e cordoglio.
Vittorio Pilloni non era un estraneo a queste acque.
Anzi, si trattava di una figura familiare nel contesto locale, un pescatore sportivo esperto, che frequentava regolarmente quel tratto di costa.
La sua conoscenza del mare era profonda, frutto di anni di immersione e osservazione dei fondali e delle correnti, un patrimonio di esperienza che ora lascia un vuoto incolmabile.
La tragedia solleva interrogativi sulla sicurezza delle attività in apnea, ricordando la necessità di una preparazione adeguata, di controlli regolari e di una conoscenza approfondita dei rischi connessi a questa pratica.
L’evento ha riacceso il dibattito sull’importanza di promuovere una cultura della sicurezza in mare, un impegno che coinvolge tutte le parti interessate, dalle autorità alle associazioni di categoria, fino ai singoli appassionati.