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West Nile: Nuovo caso in Campidano, allarme e indagini

Nel cuore del Campidano oristanese, si registra un’emergenza sanitaria in evoluzione: un nuovo caso di infezione da virus West Nile, che porta a diciassette il numero complessivo di individui positivi nel territorio provinciale nel corso del 2025.

La paziente, una donna settantaduenne residente in una comunità rurale, ha manifestato sintomi che hanno destato l’attenzione dei medici, portando all’identificazione del virus attraverso esami diagnostici mirati.
La donna, dopo una fase di ricovero precauzionale presso l’ospedale San Martino, è stata giudicata idonea al ritorno a casa, con indicazioni specifiche per il monitoraggio delle proprie condizioni di salute.
L’evento ha immediatamente attivato il protocollo di risposta del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria, che ha avviato un’indagine epidemiologica dettagliata volta a tracciare le possibili fonti di contagio e a identificare eventuali ulteriori casi sospetti.
L’indagine epidemiologica assume un’importanza cruciale per comprendere meglio i meccanismi di trasmissione del virus, tipicamente associati alla puntura di zanzare infette, vettori che trovano terreno fertile in ambienti umidi e ricchi di vegetazione, caratteristiche proprie del paesaggio campidanese.

L’area residenziale della paziente è stata sottoposta a un intervento di disinfestazione intensiva, estendendosi per un raggio di 200 metri, al fine di ridurre la popolazione di zanzare e limitare il rischio di nuove infezioni.
Il quadro epidemiologico provinciale rivela una distribuzione eterogenea dei casi, con un coinvolgimento di individui di diverse fasce d’età, sebbene la popolazione anziana, in particolare gli ultrasessantenni e gli ultraottantenni, appaia particolarmente vulnerabile.
I dati attuali indicano che dodici pazienti, tra cui la nuova casi rilevata, necessitano ancora di assistenza ospedaliera, mentre quattro sono stati dimessi e hanno ripreso la loro vita domestica.
Questa ondata di infezioni West Nile solleva interrogativi sulla persistenza del virus nel territorio, alimentata da fattori climatici favorevoli alla proliferazione delle zanzare e, potenzialmente, da cambiamenti nell’uso del suolo e nella gestione delle risorse idriche.

Le autorità sanitarie stanno intensificando le attività di sorveglianza epidemiologica, promuovendo la sensibilizzazione della popolazione sull’importanza delle misure preventive, come l’utilizzo di repellenti, l’eliminazione di ristagni d’acqua e l’installazione di zanzariere.
La sfida è quella di contenere la diffusione del virus, proteggendo la salute pubblica e salvaguardando la qualità della vita delle comunità locali, in un contesto di crescente consapevolezza dei rischi connessi alle malattie trasmesse da vettori.

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