Un nuovo focolaio di West Nile Virus ha recentemente acceso l’attenzione delle autorità sanitarie nella provincia di Oristano, con la conferma di un caso in un paziente anziano residente a Cabras, attualmente in cura presso l’ospedale San Martino.
Questo episodio porta il totale dei casi accertati nel 2025 a 30, un dato che evidenzia la persistente circolazione del virus nell’area e solleva interrogativi sulla sua evoluzione e sull’efficacia delle misure di controllo attuate.
Il West Nile Virus, trasmesso dalla puntura di zanzare del genere *Culex*, rappresenta una sfida complessa per la sanità pubblica.
Il virus, originario dell’Africa, si è diffuso a livello globale, colonizzando nuovi territori, inclusa la Sardegna, dove il clima mite e la presenza di habitat favorevoli alla proliferazione delle zanzare ne facilitano la trasmissione.
Il suo ciclo biologico coinvolge le zanzare, che si infettano nutrendosi di uccelli, serbatoio naturale del virus, e successivamente lo trasmettono all’uomo e ad altri mammiferi.
La gravità dell’infezione nel serbatoio umano è variabile.
La maggior parte delle persone infette (circa l’80%) non manifesta alcun sintomo o presenta una forma lieve, caratterizzata da febbre, mal di testa e dolori muscolari.
Tuttavia, in una minoranza di casi (circa l’1%), il virus può colpire il sistema nervoso centrale, causando meningite, encefalite o paralisi, con potenziali conseguenze invalidanti o, in rari casi, fatali.
Gli anziani, le persone con sistema immunitario compromesso e i soggetti con preesistenti patologie croniche rappresentano le categorie più a rischio di sviluppare forme gravi.
Immediatamente avviata una dettagliata indagine epidemiologica volta a tracciare l’area di residenza del paziente e ad identificare potenziali ulteriori casi di contagio.
L’intervento mirato di disinfestazione, esteso per un raggio di 200 metri dall’abitazione del soggetto infetto, è cruciale per ridurre il numero di zanzare vettrici e limitare la diffusione del virus.
Tuttavia, la strategia di controllo del West Nile Virus deve necessariamente adottare un approccio integrato, che coinvolga misure di controllo delle zanzare a livello comunitario, campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione e monitoraggio costante della presenza del virus negli uccelli e nelle zanzare.
La prevenzione primaria si fonda su semplici, ma fondamentali, azioni quotidiane: l’eliminazione dei ristagni d’acqua dove le zanzare depongono le uova, come sottovasi, ciotole per animali domestici, pneumatici abbandonati e qualsiasi altro contenitore in grado di raccogliere acqua piovana.
In caso di piscine, è essenziale mantenere un corretto livello di cloro.
L’uso di repellenti a base di DEET o picaridina, l’indossare abiti chiari e a maniche lunghe, soprattutto durante le ore serali, e l’installazione di zanzariere a porte e finestre rappresentano ulteriori misure protettive.
La direttrice del Dipartimento di Sanità e Prevenzione della ASL 5 di Oristano, Maria Valentina Marras, sottolinea l’importanza di una vigilanza costante e di un coinvolgimento attivo della comunità nella lotta contro questo patologia zoonotica, ricordando che la collaborazione tra istituzioni e cittadini è essenziale per tutelare la salute pubblica e prevenire ulteriori focolai.
Un approccio multidisciplinare e la continua ricerca scientifica sono imperativi per comprendere meglio l’evoluzione del virus e sviluppare strategie di controllo sempre più efficaci.