sabato, 14 Giugno 2025
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Archivio Cineteca Sarda: un tesoro di storie e memorie dell’isola.

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Nel cuore dell’Ex Manifattura di Cagliari, si erge ora un nuovo baluardo della memoria audiovisiva sarda: l’Archivio pellicole della Cineteca Sarda. Non si tratta di un mero deposito, bensì di un santuario climatizzato, un ambiente a temperatura e umidità controllate progettato per preservare delicati supporti filmici che raccontano la storia, la cultura e l’identità dell’isola. L’occasione per inaugurare questo spazio prezioso è stata la nona edizione del Babel Film Festival, una rassegna che celebra la ricchezza delle lingue minoritarie del mondo, dal sardo alla lingua dei segni, testimonianza di un impegno culturale che supera i confini geografici.L’archivio, pur custodendo solo una selezione dei materiali più significativi di cui dispone la Cineteca, rappresenta un patrimonio inestimabile. Tra le migliaia di pellicole conservate, si intrecciano le testimonianze di registi d’autore come Fiorenzo Serra, con il suo iconico “L’ultimo pugno di terra”, capace di catturare l’anima di una Sardegna in trasformazione, e di Vittorio De Seta, autore di “Banditi a Orgosolo”, un affresco potente sulle dinamiche sociali e politiche dell’immediato dopoguerra. Non mancano opere fondamentali come “Padre Padrone” dei Taviani, che sonda le radici profonde di un sistema patriarcale.L’archivio svela un caleidoscopio di storie: dai documenti ufficiali della Regione Sardegna, che tracciano l’evoluzione delle politiche pubbliche dall’epoca dell’autonomia, ai filmati inediti che ripercorrono la figura di Enrico Berlinguer, l’intellettuale Remo Branca e le sue ricerche deddiane. Un omaggio particolare è riservato a Fiorenzo Serra, con la sua opera “Desulo”, un’indagine profonda sull’identità di un paese. E poi, il tesoro inaspettato dei “cinema di famiglia”, un archivio popolare che conserva oltre dodici mila filmati amatoriali, frammenti di vita quotidiana sarda impressi su bobine in 8 e 9 millimetri, a testimonianza di sagre, battesimi, matrimoni, viaggi e vacanze.L’eco del passato risuona anche attraverso opere di finzione, come “Cainà” di Gennaro Righelli, un film muto risalente al 1922, recuperato e restaurato negli anni Novanta, che racconta una storia ambientata in Gallura.Parallelamente all’inaugurazione dell’archivio, il Babel Film Festival si è spostato presso l’Exmà, dove si proiettano sessantauno film provenienti da tutto il mondo, offrendo un’opportunità unica per incontrare autori, partecipare a masterclass e convegni. Un focus particolare è dedicato al rapporto tra Sardegna e Palestina, in collaborazione con l’Al Ard film festival, promuovendo l’arte e la cultura palestinese e araba. In un momento storico complesso, la programmazione offre due cortometraggi intensi e commoventi: “Vibrations from Gaza” di Rehab Nazal, che attraverso la lingua dei segni esplora le conseguenze dei bombardamenti sui bambini palestinesi con disabilità uditiva, e “Ya Maha” di Ahamd al-Khalil, un ritratto toccante della vita nel campo profughi di Burj al-Shamali, in un Libano gravato da crisi economiche e carenza di carburante. La presenza di figure istituzionali come Monica Grossi, Andrea Dettori, Maria Francesca Chiappe e Paolo Serra sottolinea l’importanza strategica di questa iniziativa per la salvaguardia della memoria e la promozione del dialogo interculturale.

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