Sergio Castellitto, figura complessa e affascinante, si presenta al Filming Italy Sardegna Festival 2025, all’interno del suggestivo scenario del Forte Village a Santa Margherita di Pula, emanando un’energia palpabile, un misto di intensa concentrazione e disarmante naturalezza. L’appuntamento, che precede la sua master class dedicata agli studenti, si colloca in un periodo particolarmente ricco di esperienze professionali e riflessioni profonde per il regista e attore romano.Reduce dalla stimolante esperienza lavorativa a Londra, dove ha partecipato alla realizzazione della seconda stagione della serie cult “Gentlemen 2” di Guy Ritchie, Castellitto offre uno sguardo acuto e disincantato sullo stato attuale dell’industria cinematografica, toccando tematiche delicate e controversie che ne plasmano il presente e ne orientano il futuro.L’intervista si apre con un’analisi del recente scandalo legato ai finanziamenti pubblici a Kaufmann, un evento che ha sollevato interrogativi cruciali sulla trasparenza e l’etica nel sostegno alla produzione audiovisiva. Castellitto, con la sua consueta lucidità, non si tira indietro nell’affrontare questioni complesse, offrendo una prospettiva critica e ponderata.Si addentra poi in un ricordo, non privo di amarezza, del suo periodo trascorso al Centro Sperimentale di Cinematografia, un’esperienza formativa che, pur avendo rappresentato un punto di partenza fondamentale nella sua carriera, si rivela segnata da dinamiche problematiche e difficoltà di adattamento.L’evoluzione dei social media e il loro impatto sulla comunicazione e sulla fruizione dei contenuti audiovisivi sono al centro di un’altra riflessione. Castellitto ne riconosce l’importanza e la pervasività, ma sottolinea anche i rischi di superficialità e di mercificazione dell’arte cinematografica.Il futuro del cinema, un tema sempre più dibattuto, viene affrontato con un misto di speranza e preoccupazione. La necessità di innovazione, di sperimentazione e di ricerca di nuove forme narrative si affianca alla consapevolezza delle sfide poste dalla competizione con le piattaforme streaming e dalla mutevole sensibilità del pubblico.La discussione si sposta poi sull’argomento “politicamente corretto”, una questione che genera spesso polemiche e divisioni. Castellitto ne analizza le implicazioni, cercando un equilibrio tra la necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica su temi importanti e il rischio di limitare la libertà creativa e di appiattire la complessità dell’esperienza umana.Infine, un accenno alla sua esperienza paterna e al rapporto con il figlio Pietro, un elemento che rivela un lato più intimo e umano del personaggio pubblico.Riflettendo sull’esperienza lavorativa con Guy Ritchie e “The Gentlemen 2”, Castellitto esprime un profondo apprezzamento per la maestria del regista e per il suo inconfondibile stile. Descrive il suo personaggio, un mafioso dall’educazione raffinata e dotato di un codice etico personale, come un’occasione per esplorare la complessità della natura umana e per sfidare gli stereotipi di genere. L’umorismo british, intriso di ironia e di sottile sarcasmo, si rivela un elemento chiave per comprendere la filosofia alla base dell’opera di Ritchie, un elemento che ha profondamente colpito Castellitto.
Castellitto a Filming Italy: Riflessioni sul Cinema, l’Arte e il Futuro.
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