Il Mediterraneo, crogiolo di civiltà e scenario di complesse dinamiche geopolitiche, è al centro di un’iniziativa culturale ambiziosa: la nascita di un Centro Studi del Mediterraneo a Cabras. Annunciata durante la terza serata del Festival dell’Archeologia, promosso dalla Fondazione Mont’e Prama, questa realtà mira a trasformare la cultura in un potente strumento di dialogo, comprensione reciproca e crescita condivisa. L’avvio è segnato dalla firma della “Carta di Ustica”, un protocollo di collaborazione tra la Fondazione Mont’e Prama e la Fondazione Sebastiano Tusa, che concettualizza il Mediterraneo non come un mare che separa, ma come una rete vivente di comunità, memorie e patrimoni intrecciati.“Il nostro obiettivo primario è la valorizzazione del patrimonio culturale, ponendo al centro le persone e le loro storie,” ha affermato Valeria Li Vigni, presidente della Fondazione Tusa. Un approccio che riflette una visione olistica, in cui la cultura non è un mero oggetto di studio o esposizione, ma un motore di sviluppo sociale ed economico.Anthony Muroni, presidente della Fondazione Mont’e Prama, ha sottolineato l’urgenza di questa iniziativa, contestualizzandola nell’attuale panorama mediterraneo, caratterizzato da una ridefinizione costante degli equilibri politici, sociali e culturali. “Dobbiamo innovare i linguaggi, abbattere le barriere territoriali e promuovere una cultura partecipata,” ha dichiarato, evidenziando il ruolo cruciale delle comunità locali come protagoniste attive nel processo di valorizzazione del proprio patrimonio. Il Centro Studi si configura, dunque, come un luogo di incontro e di ricerca, in cui le voci delle comunità e degli studiosi possano convergere per costruire una narrazione condivisa.La serata si è articolata in diverse sezioni, offrendo spunti di riflessione che spaziano dalla letteratura storica all’arte e al corpo umano. L’incontro con Francesco Grasso, autore di romanzi storici che ripercorrono la Magna Grecia e la Sicilia del Novecento, ha trasportato il pubblico in un viaggio emozionante attraverso i secoli, dalle conquiste di Archimede alle macerie del terremoto messinese, illuminando l’intreccio pervasivo tra storia e mistero. Maria Emanuela Alberti, archeologa e studiosa dei rapporti culturali tra le isole mediterranee, ha poi illustrato la millenaria connessione che lega Sardegna, Sicilia, Creta e Cipro, sottolineando come gli scambi e le influenze reciproche abbiano plasmato l’identità culturale della regione.L’ultimo appuntamento, intitolato “L’arte e il corpo. Toccare e non toccare”, ha offerto una prospettiva inedita sul rapporto tra l’uomo e le opere d’arte, affrontando temi come la sensorialità, l’emozione e la conservazione del patrimonio. La quarta edizione del Festival dell’Archeologia si conclude il 20 giugno con una serie di eventi dedicati alla ricerca scientifica e agli orizzonti del Mediterraneo antico, consolidando il ruolo di Cabras come polo culturale di rilevanza nazionale e internazionale. L’ambizione del Centro Studi è di diventare un punto di riferimento per l’analisi e la promozione del patrimonio culturale del Mediterraneo, contribuendo a rafforzare il dialogo interculturale e a costruire un futuro condiviso.
Centro Studi del Mediterraneo: Cabras, un ponte tra culture.
Pubblicato il
