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Cagliari

Gioco d’Azzardo: Quando la Passione Distrugge

Tra Luci e Ombre: Un Viaggio nel Labirinto della Dipendenza dal Gioco al Teatro TsEIl Teatro TsE di Cagliari si appresta a diventare un palcoscenico di riflessione e denuncia, con l’avvio del progetto “Gioco d’Azzardo: Il Teatro Parla con la Generazione Alpha”, promosso dal Teatro del Segno.

Al centro, lo spettacolo “Gap/Gioco d’Azzardo Patologico” di Stefano Ledda, in scena dal 7 ottobre e in programmazione dedicata alle scuole, un’opera che sonda le profondità di una spirale autodistruttiva.

La narrazione si concentra su un uomo, inizialmente attratto dall’apparente innocuità del videopoker, che si ritrova presto inghiottito da una passione incontrollabile.
Ciò che inizia come un passatempo si trasforma rapidamente in una ossessione, innescando una serie di eventi che lo conducono a tradire i suoi affetti più cari, a compromettere la sua integrità morale con furti e menzogne, a dilapidare il suo patrimonio familiare e a precipitare in un vortice di debiti con usurai spietati.
La sua vita, un tempo intessuta di legami significativi, si disgrega, lasciando dietro di sé un paesaggio di macerie emotive ed economiche.

“Gap” non è frutto di fantasia, ma un’interpretazione artistica ispirata a storie vere, a testimonianze dirette di chi ha vissuto sulla propria pelle l’orrore della dipendenza dal gioco e dei loro cari.
L’opera intende smascherare i meccanismi subdoli con cui il gioco d’azzardo tecnologico seduce e intrappola, evidenziando come una singola vincita, un effimero barlume di speranza, possa innescare una catena di scelte irrazionali e conseguenze devastanti.
Il protagonista, intrappolato in questa dinamica, si aggrappa all’illusione di una prossima rimonta, alimentando la sua dipendenza e allontanandosi sempre più dalla possibilità di una redenzione.

Stefano Ledda, attore e regista, sottolinea come lo spettacolo sia nato dall’urgenza di analizzare il fenomeno del gioco d’azzardo patologico, amplificato dalla sua evoluzione tecnologica e dalla sua pervasività nella società contemporanea.

In risposta alle sollecitazioni di vittime, familiari e professionisti del settore, tra cui lo psicologo Rolando De Luca, è stato concepito il progetto “Rovinarsi è un Gioco”, un’iniziativa che trascende i confini del palcoscenico per coinvolgere direttamente i giovani tra i 13 e i 17 anni, la cosiddetta Generazione Alpha.
La visione dello spettacolo non si limita a intrattenere; mira a stimolare una profonda riflessione, a generare un confronto aperto e costruttivo con psicologi ed esperti dei SerD (Servizi per le Dipendenze).

Il teatro, con la sua capacità unica di creare empatia e di far immedesimare il pubblico nel dramma di un personaggio, si rivela uno strumento potente per contrastare la diffusione del fenomeno e per mitigarne le conseguenze sociali.

L’obiettivo primario è quello di informare e sensibilizzare le nuove generazioni, educandole a riconoscere i segnali di pericolo e a sviluppare strategie di prevenzione, creando una sorta di “tagliafuoco generazionale” che le protegga dalla spirale della dipendenza e le guidi verso scelte di vita consapevoli e responsabili.

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